mercoledì 19 gennaio 2011

Enrico Fiori, Presidente Acli, cattolico 'controcorrente': "Noi per una lotta non violenta e una contemplazione non sterile"

Continua sulle colonne de l'Orlandino il viaggio nel mondo del terzo settore della nostra città.Dopo l'intervista a Stefano Mori di "Migrantes", oggi è la volta di ascoltare il Presidente provinciale delle Acli, Enrico Fiori. Buona lettura!

Sulle pareti dell’Ufficio della presidenza delle Acli aretine sono appese due cornici su cui mi cadono entrambe gli occhi più di una volta: la prima, racchiude la fotografia del baciamano di Fidel Castro a Giovanni Paolo II. Mentre di fianco al crocifisso, campeggia il Quarto Stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo, l’opera simbolo del XX secolo, che raffigura lo sciopero dei lavoratori. Di fronte a noi, Enrico Fiori, Presidente provinciale delle Acli:

E' bastata un'occhiata e ho capito…siete voi i celeberrimi cattocomunisti...! 

"Non siamo cattocomunisti, ma senza dubbio ci sentiamo legati all’esperienza della Teologia della Liberazione e alla figura del vescovo Romero, ucciso trent'anni fa in Salvador, già santo nel cuore del Popolo di Dio. Un tempo eravamo indicati come sinistra sociale. Non politica. Senza dover trovare delle etichette, molto più semplicemente, possiamo dire che ricerchiamo valori che reputiamo fondamentali come la giustizia, la solidarietà, la difesa dei beni comuni, l'uguaglianza, la pace. Ed è per questi valori che marciamo e lo facciamo con chiunque sia d’accordo con noi: abbiamo ospitato Aleida Guevara, la figlia del Che, abbiamo parlato del ruolo dei cattolici in Italia con l'Azione Cattolica, abbiamo incontrato don Gallo insieme ad Arci: questo è il nostro stile"

Ok, chiarite le idee, iniziamo coi fatti. Le Acli aretine raccontate dal loro presidente... 
"Le Acli sono le Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani, nate nel 1944 a livello nazionale. Nel corso del tempo sono cambiate, aggiornando per forza di cose la loro missione: diciamo che prima istruivano, difendevano e tutelavano i lavoratori soprattutto con l'attività del Patronato e delle cooperative. Oggi, invece, sempre nell'ambito di un'azione sociale e culturale, abbiamo sviluppato molto il settore dei servizi. Anche se il Patronato e la cooperazione sono ancora i pilastri che ci contraddistinguono"





Quali servizi fornite? 

"Tutta la gamma dei servizi fiscali, ci occupiamo di quello che intercorre fra il fisco e il cittadino. Inoltre abbiamo uno sportello per l’assistenza e la tutela degli immigrati che si occupa dal permesso di soggiorno in poi. Siamo un ente per la formazione professionale (Enaip) e abbiamo costituito la Lega Consumatori che in questo momento si sta occupando di contrastare la tassa di bonifica. Presso di noi c'è Avad che si occupa di assistere i malati terminali. Questo e oltre: ad esempio la FAP (la Federazione Anziani e Pensionati) si occupa, certo, principalmente dei pensionati e delle pensioni, ma anche di tempo libero, di gite, organizza incontri, stipula convenzioni con gli istituti sanitari e con i supermercati. Qualche tempo fa, ha persino organizzato una gara di pesca fra nonni e nipoti che ha coinvolto 300 persone"

A proposito di persone, dammi un po’ di numeri dell’associazione… 

"Le Acli ad Arezzo contano 6-7mila tesserati. Siamo primi in Toscana, per gli iscritti alla FAP, di cui ti spiegavo prima. Primi e in trend di crescita. Sono oltre 50 i circoli nella provincia, disseminati anche nei paesi più periferici, da Raggiolo, a Freggina, Capolona, Ville Monterchi, Lonnano, fino ad arrivare a Pulicciano e a Rapale, circoli piccoli ma che in molti casi diventano il cuore pulsante delle comunità. Mentre gli operatori sono una ventina, anche se le nostre attività si basano molto sul volontariato"

Tornando al punto di partenza dell’intervista…non siete dei cattocomunisti...ma chi è un aclista? 

"Diciamo che l’aclista si caratterizza per tre fedeltà"

Allora iniziamo, la prima… 

"La prima è alla Chiesa, intesa non tanto come gerarchia della Chiesa, quanto come Popolo di Dio in cammino verso il Regno, (come ci insegna il Concilio Vaticano II). Questo per un semplice motivo, perché la Chiesa, o sta fianco a fianco dei poveri e degli ultimi, o non lo è Chiesa, per l’appunto"

Bene con il primo, proseguiamo… 

"Siamo fedeli alla democrazia, che per noi è partecipazione e riconoscimento dei diritti dei più deboli, in un momento in cui gli spazi di democrazia reale si restringono pericolosamente. Per noi la Costituzione, nata dalla Resistenza, rimane la stella polare per realizzare una democrazia matura, compiuta e progressiva"

E dulcis in fundo? 

"Fedeltà ai lavoratori, che - vorrei sottolinearlo - hanno sempre meno diritti, anzi, si vedono costretti a scegliere tra lavoro e diritti. A questo proposito fammi dire che le disuguaglianze stanno aumentando: c'è chi guadagna cinquecento - mille volte lo stipendio dei propri dipendenti e questo é veramente scandaloso. C'è anche una quarta fedeltà, stavolta verso il futuro. Un’aggiunta doverosa. Perché le prime tre sono la nostra tradizione, sono quello che ci ha insegnato il passato. Però tutto deve essere rivisto sotto la luce della virtù della speranza, una virtù che necessità della nostra fedeltà al futuro. Diciamo che il passato non ci deve imbrigliare: dobbiamo essere legati alla tradizione, ma non per esserne prigionieri, bensì per guardare avanti"

Una domanda, le fedeltà sono nell’ordine in cui me le hai spiegate? Quindi, in primis la Chiesa, poi la Democrazia, in terzo luogo i lavoratori e per ultimo il futuro? 

"Non c’è un ordine … credo che le une non escludano le altre"

Oddio, questo è da vedere: cosa significa laicità, oggi, per un cattolico? 

"La laicità è uno spazio pubblico in cui tutti hanno diritto di dire la propria opinione. Per me, che sono cristiano, vuol dire anche che la gerarchia ha l’ultima parola su certi temi, ma su altri no. I vescovi possono dirmi questo è un dogma, ma non possono certo dirmi come devo votare. Laicità vuol dire intelligente autonomia della politica e della sfera associativa. La responsabilità di certe decisioni compete ai laici adulti e maturi. Laicità vuol dire ancora apertura al riconoscimento delle diverse culture e identità e attenzione ai diritti di libertà e di uguaglianza"

Quale dovrebbe essere il contributo della Chiesa ... e quale, quello che effettivamente rende? 

"La Chiesa ha ricevuto la consegna da Cristo di camminare con gli uomini, di essere al servizio dell'uomo. Con lo stile del dialogo: il dialogo è un valore che ti porta a ricercare ciò che unisce invece che ciò che divide. L’altro aiuta a ricercare la verità la quale non è una clava da dare in testa agli altri. Sono questi i valori che dovrebbe insegnare la chiesa alla società civile. La cultura cristiana è, storicamente, inclusiva, crea ponti, non muri. C'è un cammino di liberazione dell'uomo da percorrere e sono tanti i compagni di strada con cui è possibile camminare. Oggi invece si tende a giudicare, a buttare la croce addosso agli altri. Si sta affermando un cristianesimo senza vangelo, pieno solamente di norme morali e di dottrine"

Cattocomunista non sarà, ma di certo non è neanche un “bacia pile”. Come la posso ‘etichettare’? Un rivoluzionario? 

"Il Vangelo è un messaggio rivoluzionario: Maria loda un Dio che "ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili, ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote." Noi aclisti siamo sempre sospesi tra lotta e contemplazione, come diceva Frère Roger di Taizè, lotta non violenta e contemplazione non sterile"

Come minimo posso definirla controcorrente...

"Bisogna saper andare controcorrente e noi qualche volta lo abbiamo fatto. Nel 2007 quella di Arezzo è stata l’unica Acli in Italia che non ha appoggiato il famoso Family Day, perché per noi i DICO erano un disegno di legge adeguato. E ti dirò di più, a livello personale continuo ad avere un giudizio negativo sul Family Day, soprattutto perché vorrei sapere se quella manifestazione alla fine è servita a qualche cosa"

Quali risposte avrebbe dovuto dare? 

"Quello che vedo dai nostri servizi è che anche ad Arezzo c’è un aumento delle persone, lavoratori, pensionati, disoccupati, che vengono da noi per cercare lavoro; oppure che arrivano alle Acli per chiedere la propria posizione contributiva perché hanno timore del licenziamento o della cassa integrazione, oppure ancora che vanno alla caccia di qualche bonus, di qualche una tantum, di qualche integrazione del reddito. Siamo a questi punti e le famiglie sono le più colpite, famiglie molto spesso mono-reddito. Ecco, il Family Day come ha tutelato queste famiglie? E ancora: la famiglia è minacciata da un qualche riconoscimento alle coppie di fatto oppure dall'ideologia neoliberista che in nome del profitto e del denaro stritola persone e comunità?"

Quindi, un cristiano in politica, come dovrebbe agire? 

"Come Acli non diamo indicazioni di voto, salvo situazioni di emergenza, ma guardiamo a valori, programmi e uomini. Ma fammi dire un'altra cosa: in politica occorre recuperare la profezia. La profezia è dire cose anche scomode. La profezia è non essere fedeli al potere e ai potenti. I profeti sono la coscienza critica di un popolo, non soltanto quelli che predicono il futuro. Profeta significa “parlare per conto di". E poi più attenzione all'etica pubblica che oggi soffre di un pauroso degrado e al bene comune"

Vorrei degli esempi concreti a riguardo… 

"Andando sul pratico: secondo me è importante difendere le scuole cattoliche, ma vorrei che si facesse anche una battaglia per la scuola pubblica. Accanto alla giusta salvaguardia di una scuola confessionale, perché non c’è una battaglia per l’istruzione e per la scuola pubblica? Io come cristiano e come aclista non posso essere contento di questi silenzi. Oppure, i temi eticamente sensibili … oggi ci viene in mente l’eutanasia, il biotestamento, la fecondazione assistita. Questi, semmai, sono temi eticamente inediti, piuttosto che sensibili. Ma la pace per i cattolici che posto occupa? La sicurezza sul lavoro? Il lavoro stesso? Le tasse? Questi non sono temi eticamente sensibili? L’acqua pubblica, la ripubblicizzazione del servizio idrico non è un tema eticamente rilevante? Per noi lo è, tanto che la sede delle Acli ospita il comitato che ha intrapreso questa battaglia"

Un problema da estirpare… 

"Si sta smarrendo lo spirito critico"

Una soluzione per Arezzo… 

"Per noi le cose più importanti sono una città aperta e solidale, la giusta attenzione per la povertà, per la famiglia, per il lavoro. Ecco, rimettere il lavoro al centro di ogni discorso. L’integrazione, investiamoci. Il diritto alla libertà religiosa per tutti è importante, discutiamone. Lo diceva anche La Pira: bisogna sviluppare nelle persone, in tutte le persone, la dimensione della verticalità"