sabato 12 marzo 2011

L'intervento di Gianni Palagonia alla "Carovana Antimafie 2011"


Questa mattina non è stato possibile proseguire con il collegamento, a causa di una connessione alla Borsa Merci, alquanto ballerina. Comunque sia, fra oggi e domani, verrano postati tutti i contenuti della mattinata appena passata: articoli, interviste, video, fotografie, slide, tutto quello che è accaduto!

Intanto concentriamoci su due momenti, fra i più emozionanti della mattinata: il primo, la telefonata di Gianni Palagonia, durante la conferenza. (Di seguito la sintesi di quello che ha detto e raccontato, scritta da Aura Panci):


La voce di Gianni Palagonia è ferma e costante: "Bisognerebbe amministrare la cosa pubblica con la stessa cura con cui ci si occupa della propria famiglia", ha dichiarato l’autore del libro 'Nelle mani di Nessuno'. E ha proseguito: "Cittadini ed istituzioni dovrebbero lavorare insieme con coscienza comune, tenendo presente che tutti possono fare  qualcosa, non importa quanto un’azione possa apparire modesta: combattere la mafia significa innanzi tutto fare concretamente qualcosa. Non è mai troppo presto per parlare di mafia e illegalità, già dai banchi di scuola i ragazzi dovrebbero essere stimolati a vari livelli a formarsi una coscienza civile. Si dovrebbe insegnare che essere mafiosi non significa andare in giro con la coppola e la lupara, bensì l’aver fatto propria una forma mentale che porta a giustificare o minimizzare comportamenti di illegalità, di omertà, o altri meccanismi di forza volti ad ottenere una qualsiasi forma di guadagno. La mafia non può sostituirsi alle istituzioni per migliorare a qualsiasi livello le condizioni di vita di una società civile, non può perché non è in grado di farlo, e questo perché felicità e benessere sono due cose ben diverse e due soldi in più nel portafogli non valgono il dover camminare nel silenzio e a testa bassa". E riferendosi alle infiltrazioni mafiose anche nelle città del nord, ha dichiarato: "Non si è mai avulsi dal problema, non esistono realtà immutabili e permettere che credenze di questo tipo imperino sulla coscienza comune è una forma di favoreggiamento: bisogna partecipare alla vita politica e sociale della città, bisogna leggere, informarsi, sul passato tanto quanto sul presente, bisogna essere attivi, perché quello che non ci si sarà impegnati a cambiare oggi, graverà sulle nostre stesse spalle domani". Palagonia, infine, ha citato Dalla Chiesa:
“ Ci sono cose che non si fanno per coraggio, ma per poter continuare a guardare i propri figli negli occhi. “



Un'immagine della mattinata

Subito dopo la telefonata di Palagonia, è stata la volta di Emanuele Macaluso, che ha raccontato la sua esperienza nella lotta contro la mafia. Una lotta che parte da lontano, quando era segretario della CGIL siciliana negli anni '40, quando - ha raccontato - era un collaboratore di Placido Rizzotto. 



Anche l'intervento di Emanuele Macaluso è stato registrato e verrà inserito nelle prossime ore!
Un po' di pazienza dunque e avrete la mediateca di tutto quello che è accaduto durante la Carovana Antimafie 2011, in occasione della tappa aretina!

E per il momento...buona lettura!

giovedì 10 marzo 2011

La "Carovana Antimafie" arriva ad Arezzo. Sabato la diretta on-line de l'Orlandino!

La ‘carovana’ era un convoglio arabo. Una vera e propria ‘fila’ di mezzi di trasporto di allora (cammelli e dromedari), usati per la conduzione dei commerci lungo le vie - per l’appunto - carovaniere. Le vie praticabili, attraverso il Sahara. Condotte da persone che conoscevano tutte le piste del deserto, da veri e propri sherpa, che rendevano sicuro il loro passaggio e proteggevano le merci trasportate. 

La “Carovana Antimafie” è la stessa cosa, su per giù. L’unica differenza sta nel ‘cosa’ si trasporta. Anziché dei beni commerciali, le risorse sono i diritti, la democrazia, la giustizia sociale, le nuove forme di partecipazione, la coesione sociale e le relazioni. Per il resto, vedi sopra. Una via difficile, a volte, umanamente, desertica. Una strada da affrontare in compagnia di carovanieri esperti. Delle oasi per riposare. Un lungo viaggio, impervio, ma che non si ferma, perché c’è da rifocillare tutte le terre in cui si dovrà passare.

Compresa Arezzo.


La “Carovana Antimafie” (promossa da Arci, Libera e Avviso Pubblico), partita da Roma lo scorso giovedì, avrà come tappa la nostra città, per tutto sabato (12 marzo). Una delle prime tappe di un viaggio che troverà la fine, soltanto il prossimo 6 giugno, a Corleone (luogo simbolo per antonomasia della lotta alla criminalità organizzata), dopo aver toccato le principali città di tutta Italia e anche quelle di qualche paese europeo.

martedì 8 marzo 2011

"Un'ora sola ti vorrei"...l'augurio de l'Orlandino a tutte le aretine per una buona Giornata Internazionale della Donna!

Alina Marazzi
In regalo una storia, altro che le mimose! Una storia, per una buona Giornata Internazionale della Donna. Un augurio! Un modo per stare un'oretta con se stesse e con quello che ha da raccontarvi Alina Marazzi, di professione regista di documentari televisivi (Vogliamo anche le Rose, Per Sempre, solo per dirne alcuni). Alina cuce insieme un tessuto che è dei più fragili e delicati: la storia di sua madre. Un tessuto che ogni volta che si lacera provoca dolore, perché le emozioni fanno parte della sua trama.

Non voglio dirvi di più, ma sappiate che questo è un film da trattare con estrema attenzione, come ha fatto Alina, con dita sapienti, che sappiano restaurare un pizzo antico. Perché è la storia di una donna, che racconta un'altra donna; di una figlia, che cerca di capire sua madre, una persona mai veramente conosciuta e proprio per questo fortemente desiderata. Tratterrete il fiato ogni volta che sfiorerà i punti più corrosi della sua vita. Ma alla fine, un senso di leggerezza vi cullerà per tutto il tempo in cui starete a guardare e ad ascoltare.

'Il Petrarca che non ti aspetti': un viaggio inedito ed emozionante nei luoghi più segreti del nostro teatro cittadino. Buona visione!

Ancora il parquet scricchiola sotto ai piedi. E ti torna subito alla memoria, un po' come l'effetto madeleine in Proust, quando entravi insieme  alle signore impellicciate, o all'aretino in doppio petto. Ancora c'è quell'odore misto stucco, legno, polvere e velluto delle poltroncine. Inconfondibile. E persino quella luce scura, da santuario della cultura, cui tutti eravamo abituati. Ancora è lì in tutta la sua maestosa bellezza, il Teatro Petrarca. E sembra solo qualche giorno fa, l'ultimo in cui ci sono entrato. 

Per aiutarvi a ricordare meglio, ieri mattina, fotocamera alla mano (e scusate da subito per la scarsa qualità delle immagini), siamo entrati insieme all'Avvocato Pietro Luciani, Presidente dell'Accademia Petrarca (che ringraziamo per la sua disponibilità) e abbiamo fatto un vero e proprio viaggio nella 'pancia' di un luogo che sprigiona storia in ogni sua stanza. Anche le nostre, di piccole storie. Quelle di quando il teatro c'era e ci andavamo: che fosse con i nostri compagni di classe, obbligati dalla prof, o per cercare di far colpo con la ragazza a cui porgevi due biglietti, credendo di trasformarti nel Don Giovanni più infallibile, o semplicemente perché a recitare c'era l'attore che avevamo visto alla televisione.

Un viaggio in un luogo che oramai è diventato il vero e proprio oggetto del desiderio di tutti gli aretini. Un simbolo, più che un teatro. E in compagnia del nostro personale Virgilio, l'avvocato Luciani, abbiamo ascoltato zitti zitti la conferenza stampa (e a questo link potete leggere cosa sia stato detto). Ma una volta finita, siamo rimasti solo noi de l'Orlandino e il silenzio irreale di questo luogo sacro, per una passeggiata nei suoi angoli più segreti, dalle quinte, ai ballatoi da dove si governavano le grandi scenografie, fino al soffitto della platea e alle stanze dei soci dell'Accademia. Abbiamo visto un teatro inedito...e vogliamo proporvelo anche a voi...buona visione! 

lunedì 7 marzo 2011

Il Solito Bene Informato: "Nel PD aretino Vincenzo Ceccarelli capolista per il Comune"

di Il Solito Bene Informato

Orlandini,

Andiamo al sodo: ci siamo girati intorno per qualche settimana ma credo che sia arrivato il momento di scrivere sul partito del potere.

Nella teoria e nell’immaginario comune, infatti, il Partito Democratico (di cui non perderò neanche un attimo per descriverne la cervellotica nascita) dovrebbe essere il riferimento del Sindaco e di metà della giunta. “Masturbatio”, latinerebbe il genio Brera.

Di fatto il Partito è liquefatto perché non è riuscito a sostituire i riferimenti dei due vecchi partiti, ed il nuovo che avanza non sembra riuscire ad incidere in modo significativo. Un esempio lampante è il Segretario Ovunque Marco Donati che gode di grande stima anche fuori dal PD ma che, in questa tornata, dovrà legittimare con i fatti che il PD non è la riserva di caccia del Sindaco. Anche perché sarebbe un finale indecoroso. E questa minaccia è molto concreta. La lista civica a sostegno del Sindaco è il primo trabocchetto e qui c’è tutto un mondo da scoprire e che ci riempie di interrogativi.

Passi il fatto che il sedicente coordinatore sia l’ex (per scelta degli altri, come si dice delle zitelle meno attraenti) consigliere regionale Mauro Ricci, un “cercatore di funghi” per quanto esperto di sottobosco politico e che ormai rappresenta solo i nostalgici dello scudo crociato (specialmente quelli in andropausa e con pappagallo al seguito, vista l’età media), ma che poi siano alcuni assessori democratici a stringere l’occhio alla lista senza colore (per dovere di cronaca un giovane ed una donna) risulta essere una bella sorpresa.

Le voci che si rincorrono però sembrano accreditare un colpo a sorpresa della Banda Donati.

Un super capolista che porterebbe non poco giovamento e credibilità ad un lista che, sicuramente, vedrà molti ragazzi alla prima esperienza misurarsi con il consenso popolare: Vincenzo Ceccarelli. Ebbene sì. Non un nome da poco in questa città che, sulla sua candidatura alle Regionali, si era mossa in modo trasversale.

sabato 5 marzo 2011

Mathias Modica, in arte Munk, ieri notte allo Sugar Reef per il One: "Ragazzi, oggi la musica si fa insieme...collaborare è il futuro!"

Mathias Modica, in arte Munk
Mamma siciliana, padre tedesco, vita privata a Marsiglia e quella professionale a Monaco. E’ un cittadino del villaggio globale, il signor Mathias Modica, in arte Munk, che ieri sera ha incontrato Arezzo, per una nuova tappa delle sue continue peregrinazioni nel mondo. Guest del One - Unusuale Vintage Experience, allo Sugar Reef, per la notte più 'chic' in terra aretina. L’Orlandino ci ha passato del gran tempo con questo dj, produttore, co-fondatore della label tedesca 'Gomma'…e per un giorno, 'consulente esterno' per le problematiche artistiche della nostra città…



Xelle, il mensile che si occupa di musica di Repubblica, nell'ultimo numero ti ha descritto come l’Italobavaresedimonaco che ha fatto un album (il terzo della sua carriera, 'The Bird & The Beat' il titolo), con 14 tracce che grondano “Hit d’elite”…e anche a me, per quello che può contare, è piaciuto parecchio…

"E’ un album che definirei eclettico…dichiaratamente house, ma che va comunque fuori direzione! Ogni pezzo è molto diverso, anche se si sente una linea di continuità…"

Mentre lo ascoltavo, mi chiedevo se fosse lo stesso disco ad ogni traccia! A proposito di tracce...nella seconda hai campionato delle frasi in italiano…mi ha incuriosito la cosa...perché? 

"Molti miei amici italiani, anche musicalmente preparati, gente tutta d’un pezzo, mi ha sconsigliato di farlo, perché troppo ironico, troppo buffo. E' un pezzo sullo slang radiofonico italiano degli anni ’80. Quelle frasi fatte che passavano in radio, poi riprese dai vocalist delle discoteche, roba tipo…la gente sorridente, il dj stupefacente, la musica divertente, ragazze al dente…!"



Ma cos'è che ti ha colpito?

"Io conosco l’Italia e l’italiano, ma non ci vivo e il concetto del vocalist, prima radiofonico e poi discotecaro…mi ha sempre impressionato parecchio, incuriosito diciamo e quindi perché non farci un pezzo?"

giovedì 3 marzo 2011

L'ORLANDINO FUORIOSO #1: "LeleMora o LeleMosina?"

Classico esempio di "commesso del mese"
di Matteo Gallo

La settimana scorsa era inquieto, mi capita sempre quando riapre la stagione della caccia, come se avvertissi nell’aria polvere da sparo…cazzate...(gratuita???...sucatemelo!)

Insomma, la settimana scorsa una strana ronda di paranoie cercava di rimpatriare quest’inverno che s’aggirava clandestinamente, sia in quest’inizio di Marzo, che nei miei pensieri…..

Insomma...

La famosa settimana scorsa ,ero “a rota” di situazioni paradossali, quindi ho dovuto ricorrere ad un vecchio stratagemma per vivere ancora il brivido del ridicolo.

Avendo una faccia piuttosto rassicurante e un tipo di vestiario piuttosto anonimo capita, quando sono in grossi centri commerciali, di essere scambiato per un commesso, o comunque per uno del settore. Le prime volte che avveniva questo misunderstanding ero impacciato impreparato e stupidamente irritato, senza riuscire a cogliere l’enorme potenziale che questo tipo di scenette può generare.

Col passare del tempo, come in ogni disciplina la pratica mi ha portato alla perfezione e ho iniziato a togliermi delle discrete soddisfazioni:

IPERCLIENTE dell IPERCOOP: Salve cercavo, ora mi sfugge il nome, quello shampoo, quello che si vede in televisione, quello che non fa perdere i capelli, su su... ha capito quale?

IO o presunto IPERCOMMESSO: Troverà un mastice straordinario nel reparto fai da te, nel senso che è meglio se fai da te invece di chiederlo a me.

Les Couleurs: "Appello alle band aretine: facciamo un disco tutti insieme! Lo hanno fatto i 'grandi', perché noi non dovremmo?"

rubrica a cura di Nicchi Diego a.k.a. Il Diego

Altro giro, altra corsa! Benvenuti al secondo appuntamento con “Band Alle Ciance”, sempre sulle pagine elettroniche de L'Orlandino. Mi sono ritrovato nei locali dell'Arezzo Factory per una piacevole intervista con Le Couleurs (Lorenzo, Tom e Luca), band aretina giovane ma a quanto pare decisa, motivata e con un'idea molto interessante nel cassetto.

Ciao ragazzi e benvenuti su L'Orladino!

LES COULEURS (Qui il link al loro MySpace): “Un grande saluto a tutti voi e grazie mille per lo spazio che ci dedicate.”

Dai, iniziamo con la domanda classica ma utile: quando prende forma il progetto Les Couleurs?

TOM: “Esattamente due anni fa dopo la mia esperienza con i Sorry-Ok-Yes. All'inizio eravamo in quattro: io alla batteria, Lorenzo al basso, Maurizio e Marco alla chitarra. Dopo un po' di tempo e tanti live in giro per l'Italia il progetto iniziale si sfalda e rimaniamo solo io e Lorenzo, che nel frattempo ritorna al suo strumento preferito, la chitarra; nasce così “Murder”, il brano con cui siamo in un qualche modo rinati. Per il resto, che dire? Ci piace suonare e passiamo ogni giorno due ore in sala prove, mettiamo la musica davanti a tutto e questo ci basta.”

Come mai vi sentite un gruppo colorato? E scusate per la pessima battuta...

TOM: “Non ti scusiamo! Comunque posso dirti che è venuto fuori per caso. Visto che la maggior parte delle band utilizza nomi in inglese, noi, con un gesto da veri “alternativi”, ci siamo buttati sul francese. Non mi dispiacerebbe nemmeno “I Colori” anche se ogni volta che suoniamo dal vivo vestiamo di bianco e nero.

LORENZO: “E c'è da dire che siamo anche brutti.”

mercoledì 2 marzo 2011

I 18enni aretini si raccontano: "E' vero, siamo superficiali, ma...!" E lanciano anche un'idea: "Perché non rifare un giornale degli studenti?"

Avere un fratello di 18 anni, significa avere un sacco di suoi amici per casa. Tutti diciottenni (o giù di lì). Significa stare in contatto con la ‘Generazione A’, quella dei nativi digitali, della Play Station, dei video ‘da bulli’ su Youtube, quelli che a scuola, i professori dicono “Madonna mia…sempre peggio!”, quelli che “Non si impegnano!”, quelli che prima di diventare ‘bamboccioni’ fra qualche anno, oggi sono pure ‘bambinacci’, quelli che non vanno più in chiesa e neanche al partito, quelli dai legami poco solidi, quelli che non leggono, che non scrivono, ma che in compenso dicono un sacco di parolacce…. 

Avere un fratello di 18 anni, significa essere a contatto con questa generazione qua, forse la più strana di sempre, sfigata senza dubbio, meno conosciuta, ma più chiacchierata. Significa essere in contatto con qualcosa e qualcuno di veramente interessante. Teenager: fermenti e tormenti, entusiasmi e angosce…questo mi ricordo di quando lo ero. Roba forte. Chissà quale sarà la loro, di ‘roba forte’…

Avere un fratello di 18 anni, ti permette di chiederti…”Perché non farci quattro chiacchiere su quei fermenti e tormenti, su quegli entusiasmi e quelle angosce?”…e allora ne acciuffo 3, togliendoli da un sollazzante venerdì pomeriggio di studio (o presunto tale!)…il fratello diciottenne, Matteo Picinotti, e altri due suoi compagni di classe, Riccardo Chizzola e Gianluca Norcini…direttamente da una quinta del Liceo Psicopedagogico!

Che dire…ne sentirete delle belle…

Ragazzi, siete la ‘classe sociale’ più diffamata del momento…a voler credere alla televisione siete ‘senza speranze’…cosa avete da dire a vostra discolpa?

“Nulla. E’ vero, siamo quelli del ‘modello pappa scodellata’! Per forza ce l’hanno con noi!”

martedì 1 marzo 2011

L'HackLab aretino ti sta cercando..."Pillola rossa o pillola blu?" Sei pronto per inventare il futuro prossimo venturo di Arezzo?

“È la tua ultima occasione, se rinunci non ne avrai altre. Pillola azzurra, fine della storia: domani ti sveglierai in camera tua, e crederai a quello che vorrai. Pillola rossa, resti nel paese delle meraviglie, e vedrai quant'è profonda la tana del bianconiglio. Ti sto offrendo solo la verità. Niente di più”


"Pillola rossa o pillola blu?"
Sembra che il Comune di Arezzo voglia ingoiarla questa benedetta pillola rossa. Sembra che abbia fatto quattro chiacchiere con Morpheus e l’idea di un hacklab, di una ‘Nabucodonosor’ che ci scorterà sani e salvi nei meandri del futuro prossimo venturo, è entrata in agenda. Sembra che questi ‘smanettoni’ informatici, non siano più visti come dei semplici nerd, ma come una chance dalle molteplici potenzialità.

Vi ricordate dell’HackLab? Lanciato da Matteo Bonicolini prima, e da Michele Bursi poi, sulle pagine de l’Orlandino, il progetto di dare alla città un suo laboratorio di sviluppo informatico (nel suo senso più generale), sta andando in porto. E’ fitto il dialogo di questi ragazzi con l’amministrazione comunale, nella persona dell’Assessore Cecchini (delega all’innovazione). E’ con lui che questi giovani programmatori stanno mettendo a punto un progetto veramente nuovo per la nostra città.