mercoledì 2 marzo 2011

I 18enni aretini si raccontano: "E' vero, siamo superficiali, ma...!" E lanciano anche un'idea: "Perché non rifare un giornale degli studenti?"

Avere un fratello di 18 anni, significa avere un sacco di suoi amici per casa. Tutti diciottenni (o giù di lì). Significa stare in contatto con la ‘Generazione A’, quella dei nativi digitali, della Play Station, dei video ‘da bulli’ su Youtube, quelli che a scuola, i professori dicono “Madonna mia…sempre peggio!”, quelli che “Non si impegnano!”, quelli che prima di diventare ‘bamboccioni’ fra qualche anno, oggi sono pure ‘bambinacci’, quelli che non vanno più in chiesa e neanche al partito, quelli dai legami poco solidi, quelli che non leggono, che non scrivono, ma che in compenso dicono un sacco di parolacce…. 

Avere un fratello di 18 anni, significa essere a contatto con questa generazione qua, forse la più strana di sempre, sfigata senza dubbio, meno conosciuta, ma più chiacchierata. Significa essere in contatto con qualcosa e qualcuno di veramente interessante. Teenager: fermenti e tormenti, entusiasmi e angosce…questo mi ricordo di quando lo ero. Roba forte. Chissà quale sarà la loro, di ‘roba forte’…

Avere un fratello di 18 anni, ti permette di chiederti…”Perché non farci quattro chiacchiere su quei fermenti e tormenti, su quegli entusiasmi e quelle angosce?”…e allora ne acciuffo 3, togliendoli da un sollazzante venerdì pomeriggio di studio (o presunto tale!)…il fratello diciottenne, Matteo Picinotti, e altri due suoi compagni di classe, Riccardo Chizzola e Gianluca Norcini…direttamente da una quinta del Liceo Psicopedagogico!

Che dire…ne sentirete delle belle…

Ragazzi, siete la ‘classe sociale’ più diffamata del momento…a voler credere alla televisione siete ‘senza speranze’…cosa avete da dire a vostra discolpa?

“Nulla. E’ vero, siamo quelli del ‘modello pappa scodellata’! Per forza ce l’hanno con noi!”


Ah…vi dichiarate subito colpevoli?

“Sotto certi aspetti è vero che siamo frivoli, superficiali, disimpegnati, che siamo quelli cui la massima aspirazione è 'averla bella' il sabato sera. Quelli chiusi qua, chiusi su noi stessi, quelli che non pensano vado, parto, imparo e torno, ma che preferiscono essere perennemente svogliati…ma…”

Ma?

“…ma attenzione agli stereotipi. Siamo anche la prima generazione di aretini che non sono mai andati a teatro, che il cinema l’hanno visto solo all’Europlex, che non hanno mai avuto sbocchi culturali veri…e questo non per colpa nostra! La verità è che vogliono farci essere così. Vogliono che cresciamo stupidi e ignoranti, perché almeno ci controllano meglio!”

Caspita…certo che arrivate subito al punto voi…spiegatemi...chi vi vuole stupidi e ignoranti?

“Chi alla televisione, la sera, manda in onda i telegiornali come quelli che siamo abituati a vedere. Chi in prima serata ci offre il Grande Fratello…questi sono gli stessi che ci accusano. Ma cosa volete da noi, quando a guardare la televisione, c’è da vergognarsi di essere italiani?”

Se da parte vostra c’è quest’ammissione di colpa e il rilancio dell’accusa…potrei rispondervi, dicendo che però avete internet…dove potete trovare anche l'eccellenza (oltre che a tanta merda!)... 

“Internet, purtroppo, è un’arma a doppio taglio e dovrebbe essere una materia di studio a scuola, perché così come lo usiamo - diciamo che - non navighiamo al meglio”

Mi pare giusto…e a proposito di materia di studio…soffermiamoci su un punto nevralgico per voi: la scuola. La vostra opinione sul luogo dove passate gran parte della vostra giornata, qual è?

“La scuola non si evolve, al contrario di noi! Siamo rimasti a un modello di educazione che non ci fa più comodo, che non ci aiuta”

E detto da tre studenti dello psicopedagogico, questa dichiarazione inizia ad avere un suo valore…ma ditemi qualcosa di più sulla scuola, come dovrebbe cambiare?

“Innanzitutto dovremmo entrare almeno alle 9!”

Ah…iniziamo bene con le proposte…e perché?

“Magari uscire più tardi di quanto già non lo facciamo oggi, ma anche la prima campanella deve suonare più tardi! E' importante, anche se non sembra così. Innanzitutto perché in campagna non ci sono più le scuole, quindi tanti ragazzi devono svegliarsi a degli orari improponibili”

Servono motivazioni più forti…per chiedere un cambiamento del genere!

“Le abitudini. Le abitudini dei ‘giovani’ di oggi sono cambiate rispetto a quelle di qualche tempo fa. La notte è molto meglio del giorno e bisognerebbe viverla veramente”

In che senso?

“Nel senso che si sono moltiplicati i nostri interessi. Andare a letto presto è qualcosa che non ha più senso oramai”

O cosa dovrete fare la notte?

“Usciamo, stiamo insieme, guardiamo i film con i nostri centocinquantamila canali satellitari, navighiamo su internet. Io ad esempio (Gianluca), faccio le foto la notte. Mi piace, perché non dovrei scattare? Perché ho scuola? Insomma…non ha senso andare a letto presto, perché la notte è la parte della giornata che preferiamo!”

Ok…e dopo che siete entrati alle 9?

“Dopo, ognuno si sceglie i corsi che vuole frequentare, perché a 14 anni non puoi sapere se andare allo scientifico, al classico, all’Itis, o al liceo psicopedagogico. A 14 anni, oggi come oggi, non possiamo più sapere quello che vorremmo fare da grandi!”

In effetti, a 26 anni, ho le idee poco chiare anch’io…quindi…

“I corsi devono venir scelti secondo la propria indole. Dall’‘Informatica’, alle ‘ore di lettura e di scrittura’, fino al ‘cinema’, anche pratico, perché no?”

Così però rischiate che vi prendano per ragazzi che non hanno voglia di fare un beneamato…

“Vedi? Chi leggendo penserà questo, è bene che sappia che non c’ha capito niente di noi! Poi sarebbe bello che ci fosse la possibilità di tenere le scuole aperte anche di pomeriggio…”

Volendo…credo che siano già aperte di pomeriggio…scommetto che se chiedete al preside di poterci stare, di no non ve lo dice…

“Si, sono aperte, ma non efficienti. Ci vorrebbero delle specie di campus americani e invece le nostre strutture sono completamente fatiscenti, noi che frequentiamo il ‘Vittoria Colonna’, studiamo in un monastero dell’800…che insomma…non era stato pensato per gli studenti di una scuola superiore degli anni ’00, ma per ben altro!”



(Il video sopra, a conferma di quello che dicono questi ragazzi...che al contrario di quello che uno può pensare...è invece molto calzante)


E i vostri insegnanti? E’ vero che ormai gli mettete i piedi in testa? Che non avete più rispetto?

“I prof sono in seria difficoltà con noi. Ad esempio, con le nuove tecnologie: con l’IPhone, possiamo copiare come e quando vogliamo…. L’altro giorno una professoressa mi ha visto con il telefono in mano, ma l’ho convinta che fosse semplicemente un IPod, con cui potevo solo ascoltare della musica…altro che copiare!”

Eh…altro che! Con questo cosa vuoi dire?

“Voglio dire che su molte cose, ormai, siamo più competenti noi studenti, di quelli che dovrebbero darci le competenze. E facciamo notare la cosa…con rispetto (ridono!)”

Dite che gli insegnati, dovrebbero rendersi conto che il lavoro fatto con voi, deve essere diverso?
“Noi diciamo che chi ci sta crescendo, dalla scuola alla famiglia, usa dei modelli che con noi non funzionano più…”

E quali dovrebbero essere i vostri modelli?

“Quelli più vecchi forse, quei modelli che t’insegnavano ‘così come stanno le cose, non ci sta bene, dobbiamo cambiare!’”

Cambiare come?

“Oggi il sistema fa schifo! Dobbiamo cambiarlo, dobbiamo fare una rivoluzione sociale, dobbiamo portarci ad un nuovo modo di pensare la vita: la vita negli anni 2000!”

E cosa significa pensare la vita negli anni 2000 per un ragazzo di 18 anni?

“Significa non adattarsi a quello che gli altri pensano debba andare il mondo: se pensi la tua, dilla! Significa saper dialogare! Noi, per la prima volta, riusciamo a dialogare: un ragazzo di destra, può parlarci con uno di sinistra! Il modello scontroso del passato non è più il nostro!”

Bello…mi piace il vostro modo di pensare la vita negli anni 2000…ma la sensazione che date è quella che la ‘vostra’ non la diciate mai…

“Guarda che siamo noi quelli che smuoviamo Arezzo. All’ultima manifestazione contro la Riforma Gelmini, ad esempio, gli studenti delle superiori erano 750, quelli dell’università 50. Non è vero che nessuno di noi si mette in gioco…ma…”

I vostri ‘ma’…sono sempre sorprendenti…

“…ma dall’alto non c’è nessuno che ci stimoli. Non possiamo fare tutto da soli. E per di più, le poche volte che parliamo, tutti ci ‘sfanculano’. E la sensazione è quella di essere buttati via ogni volta”

Tipo quando?

“Tipo me, (Matteo) che quando ero in Consulta Provinciale degli Studenti e capitava di andare a parlare con il Comune, o la Provincia, ascoltavo quelli che parlavano prima di noi, dal Sindaco in giù. Poi, una volta fatto il loro bel siparietto, quando stava a noi studenti parlare, nessuno aveva neanche la buona educazione di sentire cosa avevamo da dire”

Guarda…capita anche con i giovani più grandi…

“Però quello che devono capire nelle alte sfere…è che se volete l’eccellenza da noi, dateci la possibilità di essere eccellenti! Ci vorrebbe un bel ricambio, ci vorrebbe che noi giovani gestissimo qualcosa della nostra città! Cosa che, al momento, non esiste”

Tipo? Cosa vi piacerebbe gestire?

“Ad esempio il giornalino dei giovani del Comune, “A/R”, ma a cosa ci serve? Non potevano darcelo in mano a noi? Sicuramente sarebbe stato molto più interessante”

A fare un giornale oggi non ci vuole nulla. Si fa un foglio digitale, in pdf…si risparmia la carta e siamo ecosostenibili. Tanto state sempre davanti al computer. Se ne avete voglia, vi do anche una mano…

“Effettivamente…hai ragione…è fattibile! Affare fatto!”

Perfetto, parola data pubblicamente…ora non scappate! Così fate vedere di che pasta siete fatti! Visto che dovrete mettervi a scrivere un giornale…ditemi un po’ quali sono le vostre passioni…

“(Riccardo) ho la fissazione per la satira, satira intelligente alla Stefano Benni. Mi piace prendere la vita seriamente, ma comunque riderci su”

E la parte faceta ce l’abbiamo…poi?

“(Matteo) I miei modelli sono Falcone e Borsellino, sono stato in Sicilia per due anni di seguito, per la Nave della Legalità, mi sono emozionato mentre parlava don Ciotti…questa è la cosa che ho più a cuore”

Quindi, ora anche quella seria…manca la parte più letteraria…la parte artistica…

“(Gianluca) Uno dei miei scrittori preferiti è Charles Baudelaire, ho letto a Parigi il suo Spleen, da lì ho iniziato a scrivere”

Siete perfetti per fare un giornale degli studenti…iniziate a cercare altri collaboratori…che qui si riforma quella che ai miei tempi si chiamava ‘la Testata’…sentite…ultimissime domande…un difetto dei ragazzi della vostra età da debellare...

"L'incoerenza nelle idee e nelle opinioni, ma anche da un punto di vista affettivo! Ci coerenza ce n'è poca in giro ultimamente..."

Come lo vedete il vostro futuro? 

“Beh…saremo noi a cambiarlo, il futuro…quindi a pensarci, da una parte ci entusiasmiamo, ma dall’altra ci girano un po’ i coglioni…sarà faticoso rifare tutto con le nostre sole mani”

Lati positivi di Arezzo…

“Il centro storico della città e tutti i luoghi, bellissimi, della provincia. Posti che andrebbero semplicemente esaltati e nulla più. La tranquillità, che è un vantaggio, ma anche uno svantaggio…”

E a proposito di svantaggi, veniamo alle dolenti note…

“Eh…appunto, la tranquillità! Arezzo è sempre, continuamente, monotona. Durante la settimana non c’è mai nessuno in giro. E la monotonia – va da sé – ha un riscontro su tutto il resto. Un esempio a caso, tutti ad Arezzo si vestono nella stessa maniera. Il modello di stile, oggi, lo danno i ragazzi della Factory? E allora tutti che si vestono come vogliono i ragazzi della Factory. E’ una cosa assurda, anche i negozi vendono tutti le stesse cose!”

Finito con i lati negativi?

“Ultimo che ci viene in mente…è difficile trovare un posto dove poter parlare, l’unico luogo decente è il Coffe o’Clock, dove ci sono i giornali, le riviste, la connessione internet…insomma, quello che ci vuole”

A parte fare il giornale degli studenti, avete un’idea per cambiare la vostra città?

“Lo sport, ad Arezzo sembra che esista solamente il calcio. Tutti gli altri? Oppure, perché non investire nel centro storico? Perché non fare una sorta di bistrò parigino, ma più giovanile…un vero e proprio club, gestito da noi giovani! Vai a capire cosa potremmo inventarci…”

Eh…vai a capire…!