venerdì 11 febbraio 2011

Francesco Romizi, neo Presidente Arci: "Noi giovani non ci appassioniamo più ai grandi temi. E intanto dilagano mafia e malaffare!"

Neo presidente provinciale dell’Arci. La notizia è giusto di ieri. Francesco Romizi, neanche 25enne, è uno dei pochi giovani a ricoprire un ruolo rilevante in città!

Ruolo rilevante, rispetto ai numeri dell’Arci…

“Beh…siamo 18643 tesserati, a fronte di 123 basi associative, che siano circoli ricreativi, o associazioni! Di queste 18mila persone, poco meno di 10mila sono del comune di Arezzo. E conta che a questi numeri, non sono compresi quelli del Valdarno”

Perché?

“Perché il Valdarno, storicamente, si è sempre sentito 'autonomo'!"

In pratica, ad Arezzo, l’Arci ha tesserato quasi il 10% dei cittadini...non male...
“In pratica si”

E pensare che tre anni fa avete passato momenti, a dire poco difficili…

“Nel 2007 è esplosa una situazione economica complicata, dovuta a delle scelte della dirigenza di allora sbagliate. Abbiamo dovuto tagliare e contrarre tutti i costi, ma la nostra base sociale ci è stata vicina”

Vi è stata vicina in che senso…che fa un po’ frase fatta altrimenti…

“Abbiamo voluto lavare i panni sporchi fuori casa, anche sputtanandoci…ci sono state le giornalate per diverso tempo, ma il tesseramento non ha risentito di questi traumi”



Questo a prova del fatto che a dire le cose come stanno…

“A dire le cose come stanno…nel 2008, il tesseramento è stato migliore di quello del 2007, con tanto d’incremento delle basi associative”

Com’è cambiata l’Arci in questi tre anni? 

“Nel dopo 2007, non siamo cambiati solamente da un punto di vista dirigenziale, dentro l’associazione, ma anche da un punto di vista politico. Abbiamo cambiato il nostro approccio politico di intendere la città. Sintetizzando, siamo molto più autonomi dai partiti”

Sii meno sintetico…ad esempio?

“Ad esempio abbiamo preso liberamente e convinti di farlo, delle prese di posizione precise sull’amministrazione delle politiche culturali del comune. Ci siamo presi delle libertà nei confronti dei così detti “governi amici”. In questo momento, con il ruolo che ricopro, non ho intenzione di prendere la tessera di nessun partito. E non è una cosa così ovvia”

Torniamo momentaneamente al pratico. Quali sono i servizi della tua associazione?

“Promozione sociale, lo scopo per cui è nata l’Arci, che però è anche qualcosa di più, diciamo che esiste un "Sistema Arci": c’è anche Arci Solidarietà, che si occupa di volontariato, sia a livello di bandi, che di attività prevalenti nel volontariato. C’è Arci Servizio Civile, un’associazione di associazioni…e altri sottogruppi”.

Chi è un’arcista?

“L’Arci è la vera casa comune di tutti. Le nostre porte sono sempre aperte. A chiunque voglia proporsi, dico: "Qui c’è spazio!". Noi siamo aperti alla partecipazione degli anziani, dei giovani, dei migranti, degli omosessuali”

Non mi basta come spiegazione…

“La città in cui viviamo non ha una grande apertura mentale, rimane provinciale. Anche semplicemente perché non è una reale realtà universitaria e le migliori menti se ne vanno da altre parti”

E con questo?

“Con questo voglio dire c’è una visione travisata delle diversità. Ecco, un’arcista si occupa di questo. Amplia le vedute. Anche gli omosessuali sono discriminati nella nostra città? Allora proponiamo ad Arezzo l'Arcigay! Esistono le diversità etniche? Allora l’Arci porta avanti una battaglia politica e da i servizi per i migranti”

Al fronte dell'opinione. Come?

“Abbiamo l’unico sportello per rifugiati richiedenti asilo. Lavoriamo a stretto contatto con la prefettura, diamo la possibilità a questi ragazzi di imparare l’italiano, di mangiare, gli diamo un tetto. Gestiamo quattro residenze, che in questo momento ospitano una 30ina di persone”

Lo spirito Arci è per la difendere delle minoranze…

“In questo sportello, tra gli altri, ci lavora un ragazzo curdo, che a sua volta era stato un rifugiato e si era rivolto a noi. Oggi, però, è un dirigente dell’associazione. Questo è lo stile Arci”

Dai, fammi il profilo dell’arcista…

“L’arcista è come un lampadiere. 'Quello che camminando tiene la pertica rivolta all'indietro, cosicché vede poco davanti a sé, ma permette agli altri di camminare più sicuri!'

Si, ma andiamo sul pratico...senza tirare fuori anime troppo poetiche...

"Va bé...è quello che frequenta il Karemaski, quello che sostiene le diversità come arricchimento per se stessi. L’arcista è quello che pensa…cos’è un italiano?”

E che si risponde?

“Un arcista si risponde che un italiano è il frutto dei percorsi di meticciato. Si risponde che fra trent’anni i nostri nipoti saranno figli di coppie miste. L’arcista è quello che ripensa il concetto di sviluppo: siamo stati i primi a portare i seguaci di Latouche. Abbiamo un legame con il popolo vero, fammelo dire...senza populismo...è evidente”

Un legame con il popolo vero?

“Mi viene in mente Avena, in Casentino. Là c’è un bar, un’edicola e il circolo Arci. Una volta c’era la sezione del PCI, quella del PSI, probabilmente anche quella della DC! Oggi purtroppo il PD non ha lo stesso radicamento territoriale. I veri luoghi di partecipazione, i presidi della democrazia, sono rimasti i circoli Arci. E lancio un appello: aiutateci a non farli scadere in semplici bar, perché da soli non ce la facciamo”

Una richiesta d’aiuto…perché?

“Perché è difficile essere presenti con le nostre realtà associative. Ad Avena, ad Agazzi, per lo più si gioca a carte e si guardano le partite, ma c’è anche bisogno di affrontare tematiche più difficili. In questo senso dico, aiutateci! Dopo due anni dal congresso dei passi in avanti li abbiamo fatti, ma non quelli che avremmo voluto e dovuto fare, perché con il volontariato non si riesce a fare tutto quello che vorremmo. Ripeto: da soli non ce la facciamo”

Ora vorrei parlare di qualcos’altro! Sei l’unico vero giovane con un ruolo…uno dei pochi…com’è lavorare in un mondo di matusa?

“E’ difficile! E’ difficile perché quando parli con un’istituzione, oltre ad avere la difficoltà di far capire le tue ragioni su una determinata proposta, come tutti, devi anche dimostrargli che non sei un ragazzino”

Un po’ come il problema delle donne…che devono dimostrare che oltre alle gambe c’è di più…

“E’ brutto e sbagliato il modo di ragionare nelle alte sfere! Dovremmo essere più abituati, come minimo nell’ambito socio culturale, ad avere persone della mia età in primo piano”

Una qualità di un presidente giovane, che i tuoi predecessori 'vecchi' non hanno…

“Io a differenza di coloro che mi hanno preceduto, riesco a relazionarmi sia con i cinquantenni, che con i ragazzi. Quando vengo invitato nelle scuole, spesso prima di me parla un ‘adulto’, magari dicendo cose anche più interessanti delle mie e poi parlo io. Ecco, noto che l’attenzione è maggiore. Questo perché? Perché io sono un loro coetaneo. Quello che dico io, è visto su un piano diverso, non vengo percepito come qualcosa di calato dall’alto”

Sta di fatto, che rimani uno dei pochi giovani di peso…
“I giovani vengono identificati come una priorità politica, ma poi quello che viene fuori da questa priorità è che si lavora per e con i giovani! Quando, invece, l’importante è anche lavorare tra i giovani”

In altre parole mi stai dicendo che esistono dei pregiudizi sui giovani…

“Guarda…quando parlo di giovani, ne parlo non solo anagraficamente, ma anche nelle modalità di comportamento. Uno, giovane, lo è in quanto si muove in una determinata maniera, ad esempio, nel fare la politica. Ossia, mi rendo conto che i compromessi sono importanti, ma delle volte non vanno presi. Essere giovani vuol dire rendersi conto quando i compromessi non vanno fatti. Vuol dire mettersi in discussione. Saper cambiare…”

L'equazione giovani = trasformisti, può essere letta male... 

“No! Per spiegarti cosa intendo io per saper cambiare, devo raccontarti la mia storia: io nasco e cresco in un ambiente politico molto rigido, poi ho conosciuto l’Arci e mi si sono aperte le vedute. Dentro l’Arci, abbiamo posizioni diverse, ma devono essere rispettate tutte quante”

Questo è un po’ il deficit della sinistra…no? La posizione giusta è una e da quella non si scappa…

“Guarda…mi fanno pena quelli che sollevano la questione di chi possa essere o meno, una persona di sinistra. Poco fa c’è stata una polemica su un ragazzo dell’Arci che si era fatto immortalare (anni fa!) insieme a Dell’Utri e Taormina. Mi dico io, qual è il problema? Dopo anni, questo ragazzo si è avvicinato all’Arci e ne è diventato un dirigente. Ecco, quei giovani che l’hanno criticato per le foto, sono vecchi. Perché sono rigidi e non capiscono che la nostra mission è anche quella di convincere la gente a venire ‘di qua’”

Anche alla luce di questi fatti, come li vedi i giovani aretini?

“I giovani aretini…beh…intanto dobbiamo specificare che abbiamo un campione di giovani molto limitato, mancano quelli che dopo le scuole superiori se ne vanno. Ma che dire…da giovane, sui giovani…c’è un totale appiattimento a livello culturale e politico”

Di chi è la colpa?

“E’ facile dare la colpa alle televisioni e ai partiti, ai movimenti politici, alle associazioni! Perché anni fa era uguale a ora, ma eravamo un po’ più combattivi”

E allora perché un ragazzo non si appassiona a quello che gli succede attorno?

“Probabilmente sono tanti i motivi: c’è il problema dei giovani ‘più grandi’, che dovrebbero essere il primo veicolo per implementare la passione, ma che anche loro sono già vecchi. Poi, di fondo, c’è una pigrizia mai vista. E’ ovvio che è più facile giocare alla Play Station, piuttosto che leggere “Nelle Mani di Nessuno” di Palagonia. Poi…i nostri genitori? Vogliamo parlare dello stimolo familiare? I genitori dei giovanissimi di oggi, hanno vissuto gli anni ’80, non ci sono più le famiglie nate nel momento dell’impegno”

Che fare? Dovremmo trovare una soluzione…no?

“I giovani si lamentano che in questo paese fanno carriere solo i raccomandati, si lamentano che i politici fanno il loro interesse, si incazzano e fanno bene… però cosa fanno per cambiare la situazione? Criticano, criticano, criticano e basta. Perché non scendono in campo? Finché non lo farai, non ci sarà la possibilità, seppur minima, di dire la tua…”

Un problema, o più di uno, a cui un giovane dovrebbe assolutamente appassionarsi…

“Le mafie si stanno appropriando di questa città in maniera silenziosa, ma incisiva. Uno scrittore, Gianni Palagonia, ha posto la questione, ma i giovani aretini ancora non hanno risposto…!

Questa è un gran problema…

“Il tema della legalità è il tema emblematico della destra e della sinistra, perché in questo paese scontiamo un problema di illegalità diffusa. Perché non c’è solo la mafia, ma anche la gestione del potere nella nostra democrazia che è malato”

Perché i giovani aretini non stanno rispondendo?

“L’anno scorso 500 ragazzi toscani, a loro spese, hanno deciso di passare le loro vacanze lavorando nei campi tolti alla mafia. E’ un dato abbastanza significativo. Ma noi andiamo in controtendenza, perché la provincia di Arezzo è quella da cui sono partiti meno ragazzi”

Magari è perché avete lavorato male voi…

“Magari si…”

Altro?

“La cooperazione internazionale: noi siamo una città, una realtà e una comunità che ha dato tanto (abbiamo Rondine, abbiamo Ucodep, oggi Oxfam, realtà che sono prese da esempio per il mondo della cooperazione) anche l’Arci è dentro questo mondo!”

In che modo dovrebbero appassionarsi?

“All’Arci chiediamo i finanziamenti per la cooperazione e li riutilizziamo in loco, in Italia”

Come…

“Si, perché fare cooperazione internazionale oggi, non deve essere solamente mandare i soldi in Africa, o in America Latina. Perché sono stati soldi utili da una parte, ma anche deleteri dall’altra. Perché è solamente cambiando il metodo di sviluppo del terzo mondo, che potrà cambiare il mondo. Io preferisco usare 1.000 euro per far venire qua i bambini, che mandarli là”

Uhe…uomo di sinstra…questa è un discorso da destrorso…!

“Non è vero – e qui mi rilego al perché i giovani dovrebbero appassionarsi al tema della cooperazione – io sto dicendo che voglio un aretino medio, che conosca i problemi dello sviluppo, voglio che si sappia qual è il vero problema che sta dietro al bambino che muore di fame. Voglia che l’aretino sappia, che quando butta la roba e non ricicla, che conseguenze ci sono nel mondo. Io voglio che l’aretino si renda conto che il nostro sviluppo, è funzionale al sottosviluppo. E sarebbe bene che la sinistra si renda conto di questo. E’ bene che entri nell’ottica di frenare lo sviluppo”

Senti, parliamo un po’ della nostra città…i punti di forza…!

“Abbiamo numerose associazioni e cooperative, in ambiti diversi e anche delle organizzazioni non governative, delle eccellenze sia a livello regionale, che nazionale. Un’altra risorsa grossa è che abbiamo una provincia dove c’è tanto volontariato. Il Cesvot ha presentato il report sul mondo del volontariato aretino e siamo la seconda provincia (dopo Firenze) con più volontari attivi. Questo è un tessuto bello, attivo. C’è anche da dire, però, che i volontari sono quasi tutti anziani. Tutti over 50”

A questo mi allaccio per lanciarti la seconda domanda sulla città…gli aspetti negativi…

“Nel nostro territorio non sappiamo valorizzare le eccellenze, che ci sono. Nel terzo settore – e mi prendo anch’io le mie responsabilità – abbiamo difficoltà a fare rete. Siamo l’unica città in Toscana che non ha il forum del terzo settore”

Perché?
“Ognuna di queste realtà pensa solamente al proprio rendiconto e questo si trasforma in una difficoltà”

Altri aspetti negativi…

“Le istituzioni hanno fatto un buon lavoro nella valorizzazione dell’esistente nel nostro territorio?”

Della serie…fatti una domanda…datti una risposta…

“Non mi sembra! E in nessun settore! Noi abbiamo avuto la prima grande fabbrica d’oro, ma non siamo stati in grado di innovarla a tal punto da diventare un’eccellenza nazionale. Scontiamo un deficit di coordinamento, di provincialismo, non siamo disposti ad aprirci all’esterno”

Un esterno che, per come la vedo io, ormai non sa neanche della nostra esistenza…

“Per la seconda volta consecutiva, non abbiamo un assessore regionale! Ormai siamo schiacciati fra il capoluogo della regione, Firenze e il capoluogo economico della regione, che è Siena. Insomma…questo è lo stato dei fatti, fate le vostre considerazioni”

Una proposta, anche provocatoria, per la città…

Da tutti i candidati a sindaco (possiamo rivolgere la domanda anche a Sansepolcro e a Montevarchi?) vorrei conoscere la squadra di governo prima delle elezioni.

E questo è una proposta, o provocazione politica?

“Mi sa che è più una provocazione…”

Mi sa anche a me…