Ritorniamo per un post soltanto, sull’intervista a Valenti: per rispondere a chi dice che nell’articolo ci sono delle inesattezze, o per chi reputa quella di Valenti una sola verità, ma che ne esistono altre. Bene, chi lo pensa, può avere ragione! Sta di fatto che non sarà possibile cercare di capire oltre: la controparte, l’altra verità, ha deciso di non ribattere. Di non concedere una replica. Questo solamente per essere chiari e non polemici. E per far capire a chi ci legge, ma anche a chi non lo fa, che l’Orlandino vuole essere provocatorio, creare discussioni, vuole anche dare giudizi, se ci sarà modo o motivo…ma di certo, non vuole tifare per nessuno!
E visto che ci siamo…inserisco anche un commento all’intervista di Valenti a firma de “Il Criticone”! Chi è “il Criticone”? Beh…non lo so neanche io! Quello che posso dirvi è che dall’intervista a Lorenzo Schoepflin in poi, un lettore invia per ogni articolo una riflessione.
E la invia da una mail anonima che nell’indirizzo, come nome, ha, per l’appunto, “il Criticone”.
E’ stata una bella soddisfazione, devo dire. Non foss’altro perché da un accento misterioso al blog. Infatti, il Criticone di sé dice che è un aretino parigino (?), che vuole rimanere anonimo e che è divertito dalla nascita de l’Orlandino! Uno spazio dove vuole dare spunti diversi alla discussione. Bene, da stasera lo pubblichiamo…almeno finché avrà voglia di inviarci le sue critiche…!
"(inviata da “il Criticone”, il 29/11/10)
Patron Valenti, hai costruito una grande sagra musicale pop e hai portato ad Arezzo anche grandi artisti e notevoli novità musicali. Ci hai regalato buone brioche culturali per anni perfezionando un meccanismo d’altri tempi. Ma. Ma il “milieu” culturale che ha girato intorno al tuo festival è retroguardia, ormai: non apre al mondo ma semplicemente ad un microcosmo che inesorabilmente sta volgendo al tramonto. Si tratta di modernariato, di style life superato, di nostalgie freak. A prescindere dal valore degli artisti, che tu sai come scegliere anche con poche risorse, il tuo festival, oggi, sarebbe una Rievocazione Storica.
Resta il tuo notevole talento organizzativo; resta la tua professionalità e quella di alcuni tuoi importanti collaboratori, cresciuti nella tua organizzazione e diventati esperti. Tuttavia venti e più anni di Arezzo Wave non sono riusciti a sostanziarsi come elemento culturale di trasformazione o miglioramento della nostra città; la città resta modesta culturalmente ma la sete di conoscenza e di protagonismo non manca ne ai giovani, ne ai più attempati aretini. Poi, la città ha bisogno di trattare la cultura come elemento trainante del turismo di qualità e il tuo festival ci ha regalato solo notorietà.
In Italia e nel mondo intero i festival sono più che mai elementi attrattivi ma sono cambiati, nelle forme e nei contenuti, nel loro profilo e nelle loro ambizioni.
Ora sarebbe bene che tu facessi una ricognizione su ciò che davvero serve alla città e, in primo luogo, tu capissi che la musica ci è si congeniale per storia e tradizione, ma non è tutto. I festival musicali, se non propongono le star non danno i risultati di un tempo, del tuo tempo. Cultura è un termine abusato; sei sicuro di saper declinare un suo significato, di sapere come si usa e a cosa serve? Per me tu sei il primo aretino che deve aprire gli occhi, facendosi la violenza di ritenersi utile ma non indispensabile.
Come avrai compreso sono un tuo anonimo amico ed ammiratore con l’ambizione di sollecitarti, attraverso la critica, a non smettere mai di pensare al futuro culturale della nostra città. Se poi vorrai fare politica sarò ben felice di vederti nell’agone a baccagliare con persone molto, molto diverse da te.
Un non richiesto avvertimento: la politica è una bestiolina difficile da ammansire!"