domenica 12 dicembre 2010

Eugenio Palazzini (Casa Pound), risponde a "Il Criticone"

Continua il dibattito intorno a CasaPound sulle colonne de l'Orlandino. Stavolta, a rispondere a "il Criticone" è di nuovo Eugenio Palazzini, l'intervistato di due giorni fa! Vista la mole e i contenuti ci siamo riservati di pubblicare interamente la risposta, non sotto forma di 'commento', ma come un post vero e proprio. Colgo l'occasione per sottolineare il livello di ogni dibattito che si sta creando su questo spazio on-line, compreso quest'ultimo,a quanto pare, combattuto a colpi di fioretto. Buona lettura! 


(Da Eugenio Palazzini, domenica 12 dicembre 2010)


Leggo  un intervento curioso che invita alla discussione, ricco di spunti interessanti.
Scrollo la testa, la solita tracotanza paradigmatica traspare qua e là.
Sorrido, c'è un'onestà di fondo. Manca un pizzico di coraggio e manca quello spirito guascone che contraddistingue CasaPound.
Comunque sia, merita una replica.






Innanzi tutto per “Il criticone” il nostro pensiero e le nostre letture sarebbero “un copione reazionario”.
Nietzsche, Pound, Marinetti, Corridoni sarebbero reazionari? Bukowski, Fante, Palahniuk, Kerouac, Bunker tutti autori reazionari? Le cose sono due, o ha preso un abbaglio (ed evidentemente non ha letto la “lista” di letture proposta da CasaPoundhttp://ideodromocasapound.org/index.php?option=com_content&view=article&id=228:cosa-legge-casapound-italia&catid=52:pendieri-di-casapound&Itemid=125) oppure non conosce questi autori.

Quali sarebbero poi le sue “novità filosofiche del presente” che si “stagliano come un mare tempestoso” le quali, evidentemente, si contrappongono a questi autori?
Chissà.

C'è poi la pretesa de “Il Criticone” di definirmi“non fascista”, quella non celata presunzione (una   zoppicante ὔβρις, tracotanza) di dover affibbiare etichette che traspare dal suo commento. Giudicandomi un giovane di qualità non può pensare allo stesso tempo che sia un soggetto estraneo al suo concetto di “qualità”. Si erge così sul piedistallo ancorato al paradigma imperante e pretende di fornire valutazioni insindacabili.
Vede, proprio qui sta il punto, e proprio qua sta l'eresia di CasaPound (il rifiuto del dogma imposto di cui parlavo nell'intervista). Noi affermiamo quello che siamo nell'azione quotidiana, senza pretendere patenti politicamente corrette o legittimazioni, perché il nostro è un fronte dell'essere che si afferma da sé ogni giorno, senza bisogno di galloni di riconoscimento.
Lei cita Ugo Spirito come se negli anni trenta fosse l'unico esempio di “pensatore libero” in un panorama dominato da lacchè. E finisce così per dimenticare, o tralasciare di citare, gli eretici Berto Ricci, Piazzesi, Mario Carli, oltre al comunista Nicola Bombacci (fondatore del PCI e appeso a Piazzale Loreto perché, da comunista, aderì alla RSI) e tutti quei sindacalisti rivoluzionari, letterati anarchici riottosi, artisti futuristi che certo non furono mai sacerdoti ortodossi del fascismo ma che ne seguirono la parabola fino all'ultimo. Un fenomeno alquanto complesso il fascismo, che da buona “chiesa di tutte le eresie” come Mussolini amava ripetere, sfugge inesorabile alle contrapposizioni manichee.

“Il criticone” mi rivolge poi una serie di domande che in gran parte troveranno risposta dopo attenta lettura del nostro programma e dopo magari un' approfondita discussione in altra sede.
Qua rischiamo davvero di dilungarci troppo.
Mi limiterò quindi solo ad alcune repliche.
Prima domanda:

La Democrazia è per lui fonte di libertà?

La libertà è lassù con le aquile che volano sopra le torri di avorio dei maestri di vita, la libertà è al di là dei rampanti baroni calviniani, la libertà è un dovere prima che un diritto. In questo senso la libertà è impegno costante nel mettersi in gioco, nella partecipazione politica (intesa nel senso aristotelico del termine, una politica comprendente quindi tutti i campi della comunità di cittadini), nella lotta intesa come gioco e nel gioco inteso come lotta (quello che in latino si intende con il verbo ludere, dal duplice significato di “giocare” e “combattere”).
Partendo da questi presupposti, che relazione ha la libertà con la democrazia?
Mazzini sosteneva in Dei doveri dell’uomo che la vera libertà non è quella del liberalismo individualistico, che non conosce nazione al di sopra degli individui, e non comprende perciò la missione che spetta ai popoli, né il sacrificio a cui son tenuti i singoli.
Moeller van den Bruck specificherà che “la democrazia è la partecipazione del popolo al proprio destino”. Solo così un uomo può dirsi libero.
Concezioni condivisibili.
Ma l'attuale democrazia rappresentativa assicura questa “partecipazione” ed è realmente fonte di libertà? E soprattutto, questa libertà viene garantita da tutti quegli ambienti che si riempiono la bocca di: “rispetto dei diritti”, “tolleranza”, “antifascismo” etc etc?

Sulle locandine delle conferenze tenutesi a CasaPound si legge in maiuscolo: “Dove il confronto è libero”. Non a caso, a CasaPound, del tutto liberamente hanno parlato non solo intellettuali ed esponenti politici di destra ma tantissimi volti noti di sinistra, o persone non certo etichettabili come “di destra”. Qualche esempio? L'ex brigatista Morucci, l'ex direttore di “Liberazione” e attuale direttore del quotidiano “Gli Altri” Piero Sansonetti, l'onorevole del Pd Paola Concia, il Premio Strega Antonio Pennacchi, nonché svariati esponenti politici di sinistra. E c'è chi, come il fondatore di Stampa Alternativa Marcello Baraghini, dopo aver accettato l'invito di CasaPound,  ha rinunciato all'ultimo momento perché gentilmente minacciato da un intero ambiente antifascista che lui credeva così libero e tollerante.
Ma citerò pure lo scrittore di sinistra Nicola Antonini che è stato aggredito a seggiolate in faccia nella democratica e tollerante Perugia. La sua colpa? Aver scritto un libro onesto, “Fuori dal cerchio”, sulla destra radicale.
Ordunque, a chi appartiene quella che lei definisce “confusione intellettuale”? A CasaPound o al fronte ampio dei democratici finti tolleranti?
E' proprio sicuro che la contraddizione sia nostra?

Qual è la sua idea di giustizia.. e qual è il sistema economico che auspica?

Tutto il nostro programma di CasaPound Italia, che la invito a leggere, e la nostra azione quotidiana ruotano attorno al concetto di giustizia sociale.
Dal diritto alla proprietà della casa (con la proposta di legge del Mutuo Sociale, www.mutuosociale.org) al part time per le madri lavoratrici mantenendo lo stipendio pieno (con la proposta Tempo di essere madri, www.tempodiesseremadri.org).
C'è poi l'aspetto riguardante la garanzia del lavoro, con la progressiva riduzione dell'orario lavorativo a 30 ore settimanali (dai principi economici di Ezra Pound) alla partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese, cosa che come saprà la costituzione italiana all'art. 46 intende garantire. Un vero peccato che questo principio costituzionale non sia stato seguito da leggi ordinarie applicative.
C'è poi tutto l'aspetto di giustizia in senso strettamente giuridico. Un recupero della giustizia sulla base del Diritto Romano, che una sudditanza generale sta lentamente cancellando.
Tra le altre cose che potrà leggere nel nostro programma ci sono pure l'indennizzo delle ingiuste detenzioni e la depenalizzazione di tutti i reati ideologici, associativi e d'opinione.

Evito di dilungarmi ulteriormente in questa sede, ma rimango a disposizione per discutere anche di persona con lei, come volentieri tutti i ragazzi di CasaPound usano fare con tutti quelli che, curiosi, visitano il nostro spazio in via San Lorentino 51.

Saluti