lunedì 20 dicembre 2010

Alessandro Saviotti, Knowità: "Un'idea per rilanciare Arezzo? I politici-manager"

Oggi inizia un viaggio ‘panoramico’ su alcune delle realtà imprenditoriali più innovative della nostra città. Realtà conosciute a ToscanaLab, l’appuntamento di cui vi ho parlato un paio di settimane fa. Imprese che ci hanno inorgoglito per il grado di competitività e d’innovazione. Buone notizie dal mondo dell’impresa aretina, dunque. Buone notizie e in un periodo in cui non è facile sentirne tante. Soprattutto ad Arezzo.

Iniziamo questo particolare viaggio, facendoci raccontare cosa sia Knowità, dalla bocca del suo fondatore e amministratore, Alessandro Saviotti…

“Cos’è Knowità? Diciamo che il nostro obiettivo è creare modalità innovative per diffondere la conoscenza e la cultura dell’innovazione nelle organizzazioni, sia pubbliche che private”.

Alla faccia dei “botoli ringhiosi”: ad Arezzo c’è una società che si occupa di ‘innovazione’! Ora mi sorge spontanea una domanda…perché è la prima volta che la sento nominare? 

“Lavoriamo su tutto il resto d’Italia, ma pochissimo ad Arezzo”





Bene, la cosa fa piacere! Spiega cosa fate in praticae…

“Sia a livello nazionale, che a livello locale, c’è la necessità di trovare un’alternativa ai modi tradizionali di formare le persone, in modo tale che, a loro volta, possano gestire meglio le proprie organizzazioni. Knowità funziona come un knowledge broker; è un “intermediario di conoscenze” che – continuando con la metafora – ricerca, per conto del cliente nel mercato di riferimento, il prodotto, nel nostro caso la conoscenza, che offre il miglior rapporto qualità-prezzo”

Come lavorate? 

“Diffondendo i nuovi sistemi di gestione aziendale e cercando di innovarla, grazie a modalità a loro volta innovative. Abbiamo iniziato il nostro lavoro, organizzando eventi e realizzando su scala nazionale grandi appuntamenti. Ci siamo affermati grazie al Top Management Forum a Milano, dove con cadenza annuale, chiamiamo speaker internazionali, che vengono a parlare di un tema caldo. Quest’anno ad esempio, il fil rouge era ‘Eseguire l’innovazione. Come.’”

A parte il Top Management Forum, quali sono le altre modalità?

“Attraverso lo scambio d’esperienze. Mi spiego meglio: abbiamo creato un social network, knowlly.com, che da la possibilità a chiunque di mettere a disposizione la propria esperienza e, a sua volta, di avere a disposizione l’esperienza degli altri. Così facendo abbiamo creato un network d’innovatori di management e l’obiettivo è che diventi internazionale a breve. Inoltre siamo una casa editrice, sia “cartacea”, che “on line” (dei nostri testi sono stati adottati anche in alcune università). Mettiamo on line tutti i contenuti delle nostre iniziative (alcuni a pagamento e altri gratuiti). Facciamo dei training nelle aziende, dei workshop sia in luoghi fisici, che virtuali…”

Insomma…vi date da fare… 

“Si, ci diamo da fare per il mondo aziendale. E in generale anche per tutti coloro che vogliono essere aggiornati sulle ultime novità del management e vogliono farlo in maniera anticonvenzionale”

Tu che hai dimestichezza con l’argomento… dove ci porterà il futuro? 

“A modalità di comunicare nuove fra le persone. Questo sarà il cambiamento inarrestabile, che va seguito e capito da tutti quelli che vogliono fare innovazione. Sarà un cambiamento graduale, non sarà un passaggio repentino, ma chi non si adeguerà a questa rivoluzione rimarrà fuori dal gioco. E noi abbiamo scelto di andare dietro proprio a questi cambiamenti. Col tempo tutti i soggetti, nessuno escluso, dovranno passare ai social media, ai new media, passare all’on line. Risparmiare risorse materiali, investendo in quelle virtuali. Questa sarà la scelta giusta”

E Arezzo, nella prospettiva futura, come la vedi? 

“Arezzo sconta dei limiti connessi al fatto di aver operato per anni in settori economici come quello orafo, che hanno creato uomini d’azienda orientati più all’efficacia e all’efficienza della produzione, che nel mettere in atto azioni che potevano garantire il futuro delle loro organizzazioni, anche in ambiti diversi alle loro caratteristiche”

E ci siamo trovati…come si suol dire…in mutande… 

“L’impresa aretina, nella maggior parte dei casi, non si è preparata a cogliere le sfide del cambiamento, proprio perché non ha investito sulle figure preparate a coglierne le opportunità. Probabilmente, la ricchezza prodotta nel tempo, è stata più orientata agli investimenti immediati, che a quelli a lungo termine. Insomma, la ricchezza non è stata investita su chi avrebbe potuto garantire il futuro”

Soluzioni all’orizzonte? 

“Occorre – anche se rischio di ripetermi – una forte propensione all’innovazione e al cambiamento. Una propensione adatta a quello che è il tessuto economico e sociale attuale. Questo impone a chi opera nel territorio, di dedicare tutte le attenzioni e le energie possibili, affinché nei giovani venga istillato il desiderio di innovare”

Non c’è da stare tranquilli…

“Una cosa positiva c’è: essendo un territorio caratterizzato da una forte propensione all’imprenditoria, se verranno messe in atto queste qualità, con visione strategica e propensione al cambiamento, sarà possibile cogliere le opportunità”

Ma voi…al momento, lavorate in tutta Italia, tranne che ad Arezzo… 

“Diciamo che con le realtà aretine più lungimiranti ci collaboriamo. Scriveremo un libro su queste esperienze. C’è anche da dire che Knowità fa innovazione a un livello piuttosto alto ed è anche per questo che per noi è più facile trovare degli interlocutori a livello nazionale, piuttosto che nella nostra città”

Come il management potrebbe aiutare la politica? 
“ La prima cosa da dire è che il problema sarebbe avvicinare chi è in grado di innovare al tavolo di chi può decidere (e quindi, per inciso, che può cambiare le cose). Nel nostro network, solo per fare un esempio, non credo ci siano manager che vorrebbero mettersi al tavolo della politica”

Perché? 

“Perché chi si occupa d’innovazione sa che occorre muoversi rapidamente e che non si può stare al passo con le logiche politiche”

Una proposta in tal senso? 

“Solo per essere provocatorio, vista la non attuabilità: proverei a far sedere i dieci migliori imprenditori aretini negli scranni del consiglio comunali e nei consigli di amministrazione metterei i dieci politici più importanti. Questo solo per un mese…”

Su cosa dovrebbe investire la nostra città? 

“Credo che il punto fondamentale sia l’università e con lei la possibilità di avere nel territorio figure preparate per stare al passo coi cambiamenti. Ecco cos’è fondamentale. Tuteliamo e salvaguardiamo quelle che sono le fonti di cultura. Fonti messe sempre più a repentaglio dal deficit che c’è a livello nazionale. E andare anche al di là delle università…trovare fonti che permettano di rintracciare figure che saranno in grado di garantire qualità, innovazione e crescita”

Poi un giovane esce dall’università preparato e viene messo a fare le fotocopie… 

“Guarda, uno dei problemi per le aziende come noi, alla ricerca continua di figure eccellenti, preparate, capaci di innovare, è che nel tessuto sociale dove vivono, non riescono a trovare le professionalità adatte”

Addirittura? 

“Si, tanto che questa situazione potrebbe costringerci a dislocare la nostra sede in un altro territorio, dato che non riusciamo ad ingaggiare le persone giuste qua ad Arezzo”

Diamo una bella notizia ai lettori de l’Orlandino…offrite lavoro? 


“Noi siamo alla continua ricerca di figure che abbiano la capacità e le attitudini all’innovazione. E soprattutto siamo in grado di premiare quelli che hanno questi requisiti. Però ti assicuro che non è affatto facile rintracciare nel territorio figure con queste caratteristiche”