domenica 13 febbraio 2011

Erika Falsini, responsabile provinciale delle 'politiche di genere' nel PD, spiega: "La donna è la chiave del nostro futuro sviluppo"

E’ difficile per un uomo parlare di donne. E’ difficile, non tanto per il tema in sé, quanto per un punto di vista diverso, da afferrare, poi comprendere e alla fine rendere qui, sulla carta. Parlare con una donna di donne, è un po’ come prendere un aereo, decollare, planare sull’altra metà del cielo e vedere un panorama diverso! Lì per lì ti impressiona, è interessante, ti appassiona quel colpo d’occhio visto di rado, rispetto a quello solito, di tutti i giorni. Ma una volta atterrato, non sarà mai il modo in cui osservi il mondo, il tuo modo di osservare il mondo.

La manifestazione di oggi pomeriggio in centro, tantissime le persone che hanno partecipato

"Un'altra metà del cielo, che in Italia, conta il 51,4% della popolazione…!" 

A parlare è Erika Falsini, delegata all’Assemblea Nazionale del PD per le politiche di genere, settore di cui è responsabile nella nostra provincia. Una militante delle pari opportunità, una di quelle che si infervorano, che non stanno a guardare, una di quelle a cui questa situazione non va proprio giù! Una donna, che oggi impugnerà la cloche, proprio per farci fare un giro in aereo, un giro per dare un'occhiata fuori dal finestrino, per dare un'occhiata ad un panorama, molto diverso da quello di un uomo...

Direte, beh…e perché? Perché le donne italiane si diplomano e si laureano prima, meglio e più degli uomini, ma neppure una su due ha un posto retribuito. A parità di livello professionale, una donna guadagna di media il 16,8% in meno di un uomo. Questi non sono problemi, con cui un uomo ha a che fare. Capite? Se dico: “Su 100 bambini, solamente 10 troveranno posto in un asilo nido e di questi, meno di 5 in uno comunale”, a un maschietto…che gli frega? Quando Tizio legge che solo il 20% del parlamento è a tinte rosa…magari pensa: “Saranno anche troppe!”. La stessa cosa che passerà per la testa Caio, quando ascolterà alla radio che la presenza femminile nei consigli di amministrazione sfiora il 6,8% e le amministratrici delegate sono il 3,8% della categoria.

“E se vuoi proseguire con i dati…ne ho tanti altri…”

Avanti allora…

“L’Italia è uno di quei paesi europei con la più bassa occupazione femminile. Ci attestiamo al 46%; a fronte del dato maschile, che arriva al 71%! Per la cronaca, la media europea sull’occupazione femminile, arriva a quasi il 60%. Le donne fra i 30 e 50 anni che al sud partecipano al lavoro, sono il 25%”




Abbiamo finito?

“Neanche per idea, abbiamo solo iniziato! Solamente il 30% delle donne italiane riprende a lavorare dopo la nascita del primo figlio. Non a caso la percentuale femminile nelle occupazioni, così dette, discontinue è pari al 59%. Da evidenziare, anche il fatto che perdendo tutto quel tempo lavorativo, ne risente persino lo sviluppo economico”

Ne risente, quanto?

“La Banca d’Italia ci pronostica che se portassimo il lavoro femminile ai livelli di quello maschile, il nostro prodotto interno nazionale aumenterebbe di ben 17 punti percentuali. Quindi, se vogliamo farne una questione meramente economica, non siamo solamente noi donne a perderci, ma tutti quanti”

Addirittura 17? Clamoroso…

“Clamoroso quanto quest’altra statistica: se il lavoro ‘familiare’, quello domestico, quello in cui una donna si occupa dei bambini, degli anziani, della casa (un lavoro che prende il 77% del tempo di una donna), fosse trasformato in lavoro ‘canonico’ darebbe luogo ad una produzione di ricchezza pari al 25% del PIL”

Un'altra immagine dal Corso Italia
Sono dati, oserei dire, cruenti…

“No, i dati cruenti sono ben altri! Sono le 140milioni (140.000.000!) di donne nel mondo, vittime di abusi fisici, psicologici e sessuali. Una donna su 5 è stata vittima di abusi. Addirittura, ben 50mila vengono uccise per mano di parenti stretti. Le donne tra i 15 e i 44 anni rischiano più di subire violenze o stupri domestici, che di prendersi il cancro”

La famiglia è un luogo così a rischio per la violenza sulle donne?

“Beh…considerando che il 93% degli abusi sessuali sono perpetrati dai partner (e non sono denunciati)…direi proprio di si!”

Senti…abbiamo finito?

“Ultimo: sono 60.000.000 le spose bambine, spose tra gli 8 e i 14 anni…”

Ok…mi hai un po’ shoccato con questi numeri!

“Se può consolarti, confrontando questi dati col 1900, in cui in Italia c’erano soltanto 250 donne iscritte all’università (ed è per questo che ritengo Rita Levi Montalcini, l’esempio. Lei apparteneva a un mondo liberamente maschilista ed è diventata un premio nobel)…le cose dovrebbero andare molto meglio…!”

Bella consolazione! Mi sembra una situazione ancora allarmante…

“Ad Arezzo, posso dirti di aver trovato un terreno ampiamente battuto sul tema delle donne! Questo, grazie a un lavoro straordinario portato avanti dall’on. Mattesini. Le donne si sono incontrate e si stanno incontrando. Il 2 febbario scorso, c’è stata la prima Assemblea delle Donne”

E cos’è?


“La Prima Assemblea Provinciale Permanente delle Donne Democratiche. Un momento di dibattito importante, dove ci incontreremo almeno una volta al mese, raccogliendo gli intenti e i problemi di un mondo, quello delle pari opportunità, che va dalle veterane femministe dei tempi del PCI, in giù…l’unica pecca, purtroppo è che ci sono poche giovani”

Non capisco mai, se da parte del PD ci sia un’attenzione sincera a questi temi, o un tornaconto elettorale…

“Guarda, ai bassi livelli, sul territorio, nel PD le donne riescono a mantenere la rappresentatività, riescono a mantenere le pari quote; ma salendo ai livelli dirigenziali, c’è ancora molto da fare. Le primarie?… a livello nazionale, quando mai è stata candidata anche una donna?”

Ultima cosa prima di entrare nel cuore dell’intervista…oggi la manifestazione: Se non ora quando?

“La manifestazione non è contro Berlusconi. E' più una rivendicazione identitaria di donne che non sono mercificabili e che purtroppo per lui potrebbero fare la differenza di voto. Ovvio, 'Se Non Ora Quando?', è perché effettivamente siamo arrivati ad una situazione insostenibile. Berlusconi non ha neanche più nessuna argomentazione politica. Le donne dovrebbero rendersi conto che questo governo non ha fatto nulla per migliorare la loro condizione”

Bene…mi riallaccio al tuo ultimo discorso…a che punto sta il femminismo in Italia?

“Abbiamo finalmente finito il lavoro sui concetti progressisti”

Cosa significano i ‘concetti progressisti’?

“Prendi in considerazione le lotte degli anni ’70, ok? In quei casi c’erano le anti-abortiste e le pro-abortiste. Oggi il femminismo può anche discutere su un’altra modalità, creando una nuova prospettiva”

Uno degli striscioni
Esplica…

“Se ora sono finalmente padrona del mio corpo, perché non affrontare tutte quelle difficoltà che una donna subisce quando - anche deliberatamente – si trova a dover abortire? Oppure, altro esempio, abbiamo smesso di dire “uguaglianza fra uomini e donne”. Adesso rivendichiamo non tanto l’uguaglianza, quanto la differenza di genere nelle pari opportunità, intese come accesso a tutti quei diritti e bisogni, di cui le donne hanno il sacrosanto diritto di avere. Tali e quale agli uomini”

A discapito dell’uguaglianza…finalmente è stata intrapresa una battaglia per la femminilità?

“Per “Virginia Woolf, la femminilità era “Una stanza tutta per sé”. Questo era l’emancipazione femminile dell’epoca, senza considerare che quando siamo ridotte ad una stanza tutta per noi, siamo assolutamente controllabili e manovrabili. Oggi, io dovrei difendere la mia identità femminile in quanto la mia visione del mondo è profondamente femminile, mentre tutti i paradigmi, al contrario, sono fondati sul genere maschile”

Paradigmi tipo?

“Beh…paradigmi maschili. Per banalizzare…mi viene in mente che oggi, per la percezione generale, se la donna riesce in qualcosa, non è perché capace o competente, ma perché è una lady di ferro androgenizzata. Se una donna si aggiudica un lavoro, a discapito di un uomo, o anche di un’altra donna, allora significa chissà quali ‘favori’ avrà fatto a colui il quale quel lavoro gliel’ha dato”

I problemi, quindi, sono più sottili a livello culturale…

“Sono talmente sottili che mi chiedo…ma le donne, sanno riconoscersi in un’identità di gruppo per cambiare le cose?”

Fai conto che l’abbia chiesto io a te…

“Non so se fra un uomo e una donna, a parità di capacità e condizioni, la donna sceglierebbe la seconda opzione! Non so se sarebbero in molte a combattere perché quella donna arrivi ad avere quel lavoro. E poi ho un’altra brutta sensazione…”

Cioè, quale?

“Spesso sono le donne a non crederci! E' qui che sta la forza perpetrata del paradigma maschile. Mi ricorda molto il concetto di omofobia interiorizzata: l'accettazione conscia o inconscia da parte dei gay e delle lesbiche di tutti i pregiudizi, le etichette negative e gli atteggiamenti discriminatori di cui essi stessi sono vittime. Quando le donne affrontano la carriera, spesso lo fanno con un certo vittimismo di fondo, non tengono a essere reazionarie, a essere promotrici delle loro battaglie. Spesso preferiscono dire: “Noi, poverine! Il mondo è maschilista” e chiuderla così’. Tante donne non danno battaglia” 

E allora visto che tante donne non battagliano, ci siamo inventati le quote rosa…


“E con questo?”

Questo per dire…che le quote rosa non sono meritocratiche…

“Assolutamente d’accordo con te! Le quote rosa sono un provvedimento risarcitorio. Un provvedimento che risarcisce, prima di tutto, noi, siccome donne, visto che per anni non abbiamo avuto la possibilità di dare il nostro contributo in politica e nella società civile in genere. E proprio per questo motivo, risarciscono anche la società! Devono essere percepite, le quote rosa, come strumento e non come finalità”

In che senso…

“Nel senso che anche la politica, oltre che lo sviluppo, risente dell’assenza delle donne, perché siamo troppo più predisposte alla conciliazione! A questo puoi aggiungere che siamo capaci e competenti, almeno quanto gli uomini, che abbiamo una visione del mondo diversa, a volte migliore e che possiamo essere competitive, ma spesso non arriviste! Ah, dimenticavo… sappiamo anche fare squadra”

L'onorevole Mattesini


E poi troviamo in politica una come Nicole Minetti…

“Ancora Nicole Minetti? Perché la quota rosa da fastidio, in quanto una ragazza stupida si prende una poltrona? Quando succede con gli uomini? In politica esistono anche gli uomini stupidi! E comunque voglio lanciare un appello alle donne: nel momento in cui devono fare una quota rosa, si guardino sulle palle degli occhi e scelgano la migliore”

Quando potrà venire abrogata la legge sulle quote rosa, secondo te?

“Quando tutti gli uomini, ma anche noi donne, crederemo una necessità avere pari rappresentanza in politica. Prendila così: la quota rosa è uno strumento di rieducazione culturale. Un provvedimento che come effetto, porta un certo quantitativo di donne, che oggi, ma soprattutto domani, riusciranno a entrare nella vita pubblica”

Senti, prima mi parlavi d’identità femminile…ma è sentita?

“L’identità, in quanto gruppo, è il primo risultato di questa ultima fase del femminismo: cominciamo a parlare e a parlarci abbiamo la possibilità di far vedere quanto siamo brave. Ma...”.

Ma?

“Le donne non hanno ancora coscienza di sé, una vera coscienza identitaria. Le donne dovrebbero fare più squadra fra di loro, per fare una vera rivoluzione culturale (che per essere più efficace, avrebbe bisogno dell'aiuto degli uomini, così che la rivoluzione diventi trasversale). La sconfitta delle donne, sarebbe il loro non rendersi conto della forza che hanno. Sarebbe non riconoscersi in un gruppo e quindi, iniziare a comandare, ma farlo emulando gli uomini. La politica delle donne non è una politica aggressiva”

Una rivoluzione che porterebbe a?

“Anche a cosa semplici, nulla di trascendentale: diciamo che non ci sarebbero più consigli comunali messi alle 11,30 di mattina, o di sabato a mezzogiorno. Le donne hanno i figli, devono cucinare, fare la spesa. Un cambiamento di mentalità di questo genere va prima ancora delle quote rosa. Anche perché – e lo sento dire spesso – anche i ragazzi più giovani, non credono di vivere in un mondo che ancora ci discrimina”

Senti, le proposte concrete che state portando avanti…

“Considerando la sottorappresentazione delle donne e tenuto conto che in tema di discriminazione è ammessa la prova statistica, si potrebbe richiedere ai datori di lavoro, come ad altri interlocutori socialmente rilevanti, una sorta di obbligatorietà a rispettare le quote statistiche, quanto meno per non dover dimostrare l’assenza di discriminazione”

Non ho capito la proposta concreta…

“Politiche mirate al sostegno dell’occupazione part time femminile, perché una donna può essere una grande professionista, ma non dobbiamo toglierle il diritto alla maternità. O maschile nel caso sia il padre a prendersi cura dei figli. Quindi a libera scelta della coppia. Con relativi versamenti di contribuzione integrativa, fino a uno stipendio full time”

Ma non c’è già il congedo familiare?

“Si, ma l’uomo 90 su 100 guadagna di più e non lo prende il congedo parentale, proprio per il fatto che guadagna di più. Così, ci sarebbe qualche possibilità che lo faccia”

Continua…


“Incentivazione economica e fiscale, per tutte quelle aziende che mirano al reclutamento di personale femminile a bassa scolarizzazione, riconoscendogli un approfondimento scolastico, un apprendimento continuo e certificato”

E perché?

Perché ne conseguirebbe l’acquisizione di competenze. Competenze da reinvestire all’interno dell’azienda, oppure nel medesimo settore produttivo, o anche in altre professioni”

Grande attenzione al mondo del lavoro…

“Certo. Se pensi che non c’è una legge specifica a riguardo, ma quando in un’azienda si deve licenziare, sono sempre le donne a partire per prime. E lo sai perché? Perché possiamo rimanere in cinte e con la relativa "grana" dei figli! Ci sono donne che quando vanno ad un colloquio di lavoro si tolgono la fede, perché se capiscono subito che sei sposata, le possibilità che ti assumano rimangono poche. Per forza c’è una grande attenzione al mondo del lavoro da parte nostra”

Poi?

“Poi, la regolarizzazione del lavoro di cura, di quello domestico. Incremento degli asili, come dei punti nido all’interno delle aziende. Fino ad arrivare, perché no? ai parcheggi adiacenti ai servizi per l’infanzia, con precedenza alle mamme. Una precedenza di tempistiche, per una conciliazione dei tempi e non perché, sia chiaro, le mamme siano diversamente abili. Un reddito minimo per le madri sole e disoccupate”

E per le donne straniere, che avranno ancora più problemi di voi italiane?

“Incremento dei punti di mediazione culturale e linguistica per tutte quelle donne straniere che accedono ai servizi e alle attività produttive. Così da metterle in relazione con le varie culture presenti nel territorio, considerando che la cultura femminile è spesso veicolo di educazione sociale e scolastica verso la prole. Le donne, non dimentichiamocelo mai, devono insegnare ai figli maschi cosa siano le donne”

Ma tutte queste proposte saranno accolte?

“La parte del coordinamento provinciale del PD che si è occupata di queste proposte, si è impegnata molto e mi auguro che i punti tirati fuori, siano tenuti presenti. Perché applicandoli, anche solamente al sistema locale, potrebbero significare un miglioramento dello stato attuale delle cose non indifferente”

Un altro momento del corteo


Altri problemi delle donne?

Avere il Vaticano in casa. Qui cozzerò nei confronti delle posizioni dell’appartenenza cattolica del PD, ma penso che la figura femminile così ridotta, una figura così idiosincratica rispetto alla maggioranza delle donne, è la risultante anche di una cultura cattolica”

Cioè?

“La donna come soggetto verginale e procreatrore. Si lo siamo, per nostra fortuna, ma non siamo solo questo. Per farti un esempio, perché le alte sfere cattoliche sono occupate solamente dagli uomini?” 

Va bé, le quote rosa in vaticano, mi sembra un po’ troppo…

“Va bene, ma questo è un modello che ha influenzato l’Italia. E’ un modello culturale che percepisco fin da quando sono piccola. Ma non è solamente questo...”

E cosa ancora?

“Hai presente il film uscito su Ipazia? Donna, filosofa, matematica e astronoma del V secolo. Trucidata dal vescovo Cirillo proprio perchè non assoggettabile a qualsivoglia forma di Teismo, perché donna e anche filosofa, matematica e astronoma! Vescovo, tengo a dire, oggi beato” 

E allora lancio un appello…sbeatifichiamo Cirillo…si potra?


“Si, la Ronchey ci scrisse anche un articolo dal titolo “Quando i talebani erano i cristiani”, ma a parte Cirillo, in Italia questo film, proprio perché imbarazzava la chiesa (con tanto di scena di beatificazione del vescovo), prima di avere il bene placido per la distribuzione, ha dovuto aspettare un po'... si rischiava di dar meno voce alla straordinaria figura di Ipazia, per non far passare male la chiesa sul tema ‘donna’” 

Tu, comunque, spari…eh?

“Io sparo sulla cultura generale perpetrata dal governo Berlusconi, quella per cui vanno avanti la sciacquine che danno poco fastidio. Mentre raccolgo il messaggio lanciato dalla Concita De Gregorio e cioè che le donne si devono svegliare, perché possono diventare la vera grande alternativa al governo Berlusconi”

Donne 'simbolo' che tutte le donne dovrebbero conoscere e seguire…

“La senatrice Vittoria Franco, o la Finocchiaro…”

E a destra?

“Ma chi c’hanno a destra? Forse la Meloni, forse, ma di certo non è una di spessore sul tema…”

E la Carfagna?

“Diciamo che la Carfagna la stanno facendo studiare molto”

Senti…torniamo ad Arezzo: il suo punto di forza…

“Un movimento giovanile che si sta riavvicinando molto alla politica. In maniera anche reazionaria, a questa politica qui. Contrariamente a quanto si crede, negli ambienti giovanili, molto spesso si parla di politica”

Ma non siamo all’antipolitica diffusa?

“In questi momenti si è gridato molto all’antipolitica. Secondo me invece è stato solamente uno strumento – come dire - strumentalizzante di questa classe dirigente, perché potesse avere la scusa per dire: la politica è affare nostro, non preoccupatevi. Ma i giovani sembra che abbiano risposto: "Ce ne occupiamo eccome"”

Oddio…

“Si invece, i giovani iniziano a pensare la politica come ad un esercizio di scelta e non di dovere. A discapito di un senso di antipolitica che volevano passarci per forza”

Erika Falsini (col cappello) durante la manifestazione

E i punti di debolezza?

“La poca capacità di coraggio e di innovazione. Si rischia sempre di vedere il dito e non la luna. Secondo me dipende molto dalla visione ristretta avuta dalla classe dirigente sulle attività produttive. Il cambio di passo è necessario"

E quale potrebbe essere il cambio di passo?

"Investiamo in quello che c’è, ma soprattutto in quello che potrebbe esserci, che è tantissimo. Investiamo in uno sviluppo economico diverso: è inutile tracciare sempre le solite politiche economiche. Basta! Non funzionano. La piccola e media impresa è la nostra ricchezza…ma perché non pensare anche a realtà che stanno nel mercato in maniera più competitiva? Perché non pensare a quel mercato dove devi essere sempre aggiornato e sempre più innovativo? Perché non credere che i soggetti possano associarsi anche temporaneamente? Ovviamente, anche qui come per le donne, la sfida passa sempre da una dimensione culturale”

Una proposta?

“Mannaggia, non posso neanche dire un sindaco donna, che c’è la Sestini dalla parte avversa…”

Eh no…mi sa che non puoi…

“Allora diciamo….nell’arco di qualche anno…vorrei tanto vedere un sindaco donna per questa città!”