Marco Donati, segretario cittadino del Partito Democratico, consigliere comunale, per qualche tempo responsabile della delega Politiche Giovanili per il Comune di Arezzo. Delega che ha ricoperto nel passaggio in cui sembrava che Valenti tornasse in città, insieme ad Arezzo Wave.
Forse era meglio se rimanevi un semplice consigliere…
Ho ritenuto di dare il mio contributo su richiesta del Sindaco Fanfani! Il mio ruolo era consultivo, nessuna delega operativa!
Ok, ma è nato un polverone sulla vicenda. Ti accusano di non essere riuscito a raggiungere i fondi che servivano; ti accusano, ma al contempo ti giustificano dicendo che non avevi l’autorità per farlo…
Tengo a sottolineare che non dovevo cercare i 250.000 euro totali, com'è apparso su alcuni comunicati! Dovevo semplicemente coinvolgere le aziende partecipate e nello specifico quelle che non parteciparono all’incontro promosso dal Sindaco su richiesta di Valenti. E ti dirò di più, credo che le risposte che sono arrivate proprio dalle partecipate, siano state positive. Il finanziamento che sarebbe arrivato da loro per quest’anno, era il medesimo, ad esempio, dell’ultima edizione del Play. Poi è chiaro che un festival non può stare in piedi solamente con a bilancio la voce delle partecipate…..
Insomma…tu dici io i soldi li ho cercati, ma dovevano farlo anche altri! Chi?
Io so solo di aver proceduto a quanto mi era stato chiesto, senza tra l’altro avere nessun ruolo esecutivo. Sicuramente c’è da dire che il tutto è accaduto in una fase difficile.
Perché?
Conta che nello stesso momento c’è stata la vicenda Marconi…e il Sindaco in primis e la Giunta hanno dovuto affrontare problematiche difficili ed impreviste.
Ho capito…!
In ogni modo questa storia ha delle caratteristiche per cui sarebbe stato difficile chiudere l’operazione!
Quali caratteristiche?
Le personalità in campo, ad esempio, erano molto forti, mi viene il dubbio che questa vicenda sia stata condizionata anche da questo
Di sicuro a trattare c'erano dei pezzi da 90! Poi? Continua…
Poi non ci sono i soldi. E questa è la prima cosa: pensa, durante le riunioni che abbiamo fatto, la Provincia ha subito detto che aveva delle difficoltà di bilancio e la Camera di Commercio neanche si è presentata, per il solito motivo. La fase economica e sociale che stiamo vivendo è particolarmente difficile.
Insomma…sarebbe stato comunque difficile, una mission impossible aretina…
Il motivo per cui mi sono speso era per la mia convinzione che nel momento in cui Valenti avesse riportato un festival da un milione e passa euro a casa, quella cifra si sarebbe moltiplicata sul territorio. C’è da capire se è vero che lui a fronte dei nostri 250.000 euro avrebbe poi trovato il milione. Insomma, se al valore culturale e musicale, aggiungiamo che per un euro raccolto nel territorio se ne potevano attivare quattro provenienti dall’esterno, siamo di fronte ad un discreto moltiplicatore.
Hai letto l’intervista a Mauro de l’Orlandino?
Si, certo!
Ecco…la verità del comune qual è?
Io sono consigliere comunale dal 2006 e quella vicenda l’ho vissuta tutta in prima persona. Posso assicurare che ci furono dei passaggi infelici. E fu impressionante, perché l’ultimo anno del festival, fu un vero e proprio successo. Comunque sia, sta di fatto che rispetto al passato, non ci sono delle novità e continuo a credere alle parole del sindaco: “Allontanamento volontario di Valenti”! Questo non toglie che in futuro, questa storia, la storia di Arezzo Wave, vada riproposta!
Intanto, adesso, vi ritrovate Valenti di mezzo nella prossima sfida elettorale…
Non ho notizie al riguardo, ma da un punto di vista personale, questo rapporto causa-effetto non può essere visto in maniera positiva. Dire ‘tu non mi fai fare il festival? Allora mi metto in politica’, non è una grande scelta. Politicizzare Arezzo Wave, non è una grande operazione. C’è anche da dire che se riuscirà a creare un qualcosa a cui i cittadini partecipano…tanto di cappello. Sicuramente sarà anche utile. In genere considero meritoria l’attività di coloro che si spendono per rappresentare interessi legittimi
Cos’hai imparato da questa storia?
Che nel paese e non solo ad Arezzo, esiste una grande problema cultura e che il ruolo del privato è sempre più importante. Noi istituzioni dobbiamo cercare di cambiare il metodo di stanziamento dei fondi.
E ora che si fa?
Dobbiamo attivare risorse per la cultura diffusa; dobbiamo valorizzare chi già c’è, puntando sulla semplificazione delle autorizzazioni per gli eventi di pubblico spettacolo, garantendo supporto logistico e gestendo meglio le risorse. Almeno 50.000 euro vanno tenuti da parte per sostenere dei piccoli contributi che nel tempo fanno maturare grandi iniziative culturali.
Cos’ha sbagliato quest’amministrazione?
Una parte della rete culturale di questa città è stata sottovalutata…!