sabato 4 dicembre 2010

Francesco Scatragli, semplicemente un radicale...!

Francesco Scatragli, classe ’49. Professore di educazione fisica, radicale da una vita. Nel ’92 rimane orfano dei “Club Pannella”, movimenti radicali che - a statuto - potevano decidere di partecipare con proprie liste e propri candidati alle elezioni politiche o amministrative, potendo sostenere direttamente altre liste promosse o candidati proposti da altri. Bene, Scatragli, orfano di questo movimento, insieme a un’altra quindicina di aderenti, si chiese…”Chiusi i club, cosa si fa?”.
E cosa faceste?
“Ci chiedemmo…’Perché non fondare un gruppo? Creare un’associazione di liberali e libertari aretini?’. Sta di fatto che, nel 1999, ci decidemmo per la nascita di “LiberAperta”. Un’associazione che solo dal nome, fa capire come la pensiamo”.

Io do del tu quando faccio le interviste…perché mi piace fare così! Posso?
Ci mancherebbe…
Per iniziare…non ho capito una cosa evidentemente fondamentale: ma i radicali, sono di destra o di sinistra? (Un altro Radicale, presente alla chiacchierata con Scatragli, suggerisce: “Sono per la libertà”)
“Destra e sinistra come le intendiamo noi, hanno fatto il loro tempo ormai”.
Ma lo sai che ha detto la stessa cosa Pier Ferdinando Casini?
“Bene!”
Visto che siete per la libertà, come la declinereste nel nostro piccolo comune?
“Innanzitutto cercando di eliminare le ‘rigidità’. Le rigidità di un sistema sono ciò che ne impedisce lo sviluppo. Le rigidità di un sistema sono ciò a cui si appellano tutti coloro che hanno bisogno della conservazione per rimanere in sella al sistema stesso. Se puntassimo su una maggiore flessibilità, automaticamente sarebbero le intelligenze dei singoli a essere valorizzate”.
Esempi…
“Come esempio, porto direttamente “LiberAperta”. Tu puoi essere della nostra associazione, dichiaratamente liberale e libertario, dichiaratamente radicale, ma essere tesserato anche a un altro partito. Che sia di destra, o che sia di sinistra. Contro la rigidità di un sistema-partito, noi portiamo l’opzione della doppia tessera, della tripla tessera…!”
Non andiamo al di là della tripla, però… che altrimenti esageriamo…
“L’importante è capire che la libertà passa soprattutto dall’apertura verso il prossimo. Noi, non siamo come un qualsiasi altro partito politico tradizionale. Noi non siamo collocabili e non siamo collocati. Ai politici di professione, alle persone comuni, noi facciamo paura, anche per questo motivo. Perché la libertà, in questo caso di pensiero, spesso spaventa. E anche perché c’è una cattiva interpretazione dell’avere, da parte nostra, la volontà di appoggiarsi ad altre realtà. Semplicemente un pregiudizio”.
E’ una critica alla coerenza, in pratica…
“La politica deve essere il vero strumento dei cittadini e non dei politici. Vogliamo che le persone ragionino, non che si collochino”.
E quindi, per proiettare questa conversazione sul presente corrente, questo sta a dire che? Come affronterete la prossima campagna elettorale?
“Innanzitutto, vorrei dirti che il prossimo 19 dicembre ci sarà il congresso di LiberAperta nell'ex Chiesa restaurata della Madonna del Duomo. Detto questo, per risponderti, voglio che si tenga presente che in passato, solo per fare un nome, Francesco Giachini, un tesserato di “LiberAperta” è stato candidato nelle liste del PD. Al momento, però, correremo da soli. Il colloquio con le altre realtà politiche non prende il via. Nonostante questo, l'aspetto che più ci interessa è che le nostre idee vengano condivise e accettate dagli altri. Noi non vogliamo essere assessori, amministratori titolati, o autorità aretine. A noi basterebbe un dialogo. Al momento non c’è modo? Bene, ne prendiamo atto. Questo ci sta portando a preparare delle liste autonome fatte di cittadini normali. Le persone comuni ci diano degli spunti di politica”.
Anche voi vi date alla “partecipazione”…
“Si, ma quella vera! Non quella partecipazione che chiedi ai cittadini se vogliono o meno il raddoppio dell’inceneritore, quella in cui i cittadini ti rispondono: ‘No, non lo vogliamo!’ E tu lo fai lo stesso”.
In quanto a strumenti? Mano d’opera? Attivisti? Giovani?
“Per quanto riguarda gli strumenti: prima avevamo solamente “Fatti di Libertà”, un foglio d’informazione. Oggi, abbiamo anche InformArezzo, che sta riscuotendo un grande successo, grazie alla voglia di voler essere un mezzo d’informazione libero. Libero veramente. Non un mezzo, dove le persone pagano per farsi pubblicare i comunicati. Lo abbiamo creato per controbattere al continuo ostracismo dei media, dove agli onori della cronaca vanno sempre i soliti noti. Il rapporto di visibilità sui canali di comunicazione era questa: dieci comunicati inviati, per uno, massimo due pubblicati. E adesso invece, siamo sul pezzo quotidianamente. Le persone quando leggono InformArezzo, dicono che finalmente qualcuno parla di veri problemi e non di quello che i giornali si ostinano a chiamare tali”.
E per quanto riguarda la mano d’opera?
“Possiamo contare su una trentina di persone! Dei veri e propri “irriducibili” del movimento radicale aretino. I giovani purtroppo non ci seguono, sarà per un disinteresse diffuso. La campagna acquisti esterna – come ti ho già detto – non è entrata ancora nel vivo, tante pacche sulle spalle, da altrettante persone, ma ancora nessuna proposta”.
Ok, ma le vostre, di proposte concrete?
“Una liberalizzazione, una libertà di commercio a 360 °”.
I commercianti rabbrividiranno…
“Perché il commercio è stretto fra le rigidità. Fra quelle altrui, come quelle che gli impongono l’amministrazione, i sindacati, le associazioni di categoria. E quelle proprie. A prima vista, la proposta è apparentemente contro il piccolo commerciante e a favore delle "grandi catene": ma se devi aumentare l’occupazione, che a sua volta farebbe circolare contante e quindi darebbe la possibilità di spendere, qual è la tua intenzione? Ci vuole poco per capirlo: l’occupazione, porta ricchezza. E l'occupazione, si ottiene con la liberalizzazione! Se un negoziante fosse libero 24 ore su 24, sai quante cose potrebbe inventare? Monitorando – ma questo è chiaro – la legalità di ogni operazione”.
Esempio numero 2…
“Liberalizzare il turismo. Il nostro territorio ha tante bellezze e per questo motivo abbiamo un gruppo valido di guide turistiche. Sono un’eccellenza. Usiamole! Perché un presidente, dovrebbe avere la liceità di nominare consorzi, consigli di amministrazione e chi più ne ha più ne metta? Ha senso? Esistono dei professionisti, usiamo quelli: smettiamo di inviare nel mondo i “politici”, gli “amministratori”, per cercare di accaparrarsi il turismo. Che interessi concreti hanno questi politici, che strumenti detengono sulla questione turismo nella nostra città? Ci vadano le guide turistiche in giro per il mondo a pubblicizzare Arezzo! Usare i professionisti e non i politici, perché le persone motivate e competenti, sono quelle migliori”.
Andiamo con la prossima questione…
“La mobilità. Abbiamo linee per gli autobus, vecchie di 50 anni. E la politica vecchia, perché rigida, che fa? Costruisce un parcheggio multipiano all’ospedale. Ma perché? Le soluzioni potevano essere diverse! Creiamo delle isole pedonali. Una metropolitana leggera dentro l’ospedale. Una circolare urbana con una frequenza dei mezzi di trasporto pubblici, che dai quindici minuti, scenda a cinque. O più semplicemente, facilitiamo la vita ai pedoni, facilitiamo la vita ai ciclisti”.
Basta proposte…se dovessi diventare un amministratore, cosa smetteresti di fare…
“Ultimamente le nostre amministrazioni festeggiano ogni giorno una celebrazione, l’ultima, la Festa della Toscana. E questo non sarebbe un male, non fosse altro per gli investimenti, che sono tantissimi. Ecco, rilancerei la sobrietà! Poi, basta con la burocrazia. Sburocratizzerei tutto, ma questo credo che si fosse capito. Basta coi moralismi nell’affrontare i problemi: un esempio su tutti, la prostituzione. Esiste, punto. Agevoliamo una sua corretta fruizione. Perché nascondersi dietro ad un capello? Insomma, rinnovare i modelli. Puntare sulla vera legalità, essere laici veramente, quindi, come effetto, per la libertà di tutti i culti, dando lo stesso valore ad ogni religione”.
Insomma, che dire di più? Semplicemente un radicale…!