mercoledì 2 febbraio 2011

Michele Bursi, laureando in ingegneria informatica: "Con il free software risparmieremmo milioni! Con un hacklab ad Arezzo, potrebbe succedere di tutto"


Solamente un paio di settimane fa, un’intervista fatta a un ragazzo ‘qualunque’, Matteo Bonicolini, portava alla scoperta di un mondo quasi sconosciuto ai più, quello degli ‘smanettoni’ informatici. Oggi, torniamo sull’argomento, con un altro ‘smanettone’, Michele Bursi, nostro concittadino, un'altra testa prestata ad altre città, organizzatore del Linux Day dello scorso novembre ad Arezzo, laureando a Pisa in ingegneria informatica, che di progetti tecnologici ne sta portando avanti più di uno…ma andiamo con criterio…

“Finalmente riusciamo a parlare di certe cose anche da noi. Negli ultimi mesi vedo una luce per la tecnologia”

Una luce brillante…anche perché fra la tua e l’intervista a Matteo Bonicolini, nel frattempo, c’è stato il discorso, quello sullo Stato dell’Unione, di Barack Obama…

“E con questo?”

Sembra quasi che avete provveduto voi a scriverglielo…Obama ha parlato di investimenti in tecnologia informatica, in collegamenti wireless e in information technology. Testualmente, il Presidente Obama ha dichiarato: “Dobbiamo estendere la linea internet wireless al 98% del territorio americano. Non si tratta solamente di navigare più velocemente, o di non far cadere la linea quando telefoniamo. Si tratta, semmai, di collegare ogni parte d’America, all’era digitale”…che cosa significa collegare uno stato all’era digitale secondo te?   

“Significa tante case. Significa poter sfruttare la realtà aumentata. Cosa che potrebbe avere effetti su tantissimi campi! Le idee che potrebbero nascere grazie ad una connettività diffusa sono pressoché infinite…”





Prova a immaginartene qualcuna?

“Che so…segnalazioni in caso di emergenza per gli anziani, ad esempio. Con la rete wireless sul territorio, sarebbe possibile. Oppure, servizi ai turisti. Il turista che viene da noi in Piazza Grande, prende il cellulare si connette a un semplice software messo a disposizione dall’amministrazione comunale stessa lo aiuta a scoprire tutto della nostra città. La rete wireless significherebbe una maggiore efficacia delle forze dell’ordine...devo continuare?”

Obama ha fatto un esempio, che nella sua semplicità, rende bene l’idea: ha parlato di un pompiere che potrà scaricare la planimetria di un edificio in fiamme su uno smartphone. Sarebbe una vera rivoluzione…

“Certo, perché ad una connettività capillare sul territorio, possiamo aggiungere servizi su servizi”

Ma come siamo messi? Possiamo star dietro a questa rivoluzione?

“Guarda, se mi avessi fatto questa domanda due o tre anni fa, ti avrei risposto che eravamo ancora all’età della pietra. E invece, oggi, qualcosa si sta muovendo. Mi viene in mente la didattica: a Bolzano hanno pensato ad un progetto in cui l'informatica non sia una materia a se stante, ma qualcosa di trasversale a tutti gli insegnamenti...insomma, la strada è quella giusta”

Tu hai organizzato il Linux Day ad Arezzo e hai testato il polso all'interesse nella tecnologia della città, che mi dici?

“A fine agosto mandai una mail al LUGAR (Linux User Group Arezzo), che purtroppo non era più in vita. Era un gruppo che avevano fatto nascere anni fa i futuri assessori all’innovazione di Arezzo, Emiliano Cecchini e Ilario Nocentini. Insomma, per fartela breve, all’inizio non si mosse niente….”

Ah…bene…

“Poi sentii un po’ di persone e, per fartela breve, scoprii che stavano per realizzare un Linux Day a Bibbiena. Il mio interesse era che fosse fatto ad Arezzo, così non feci altro che organizzarlo proprio in città, massimizzando la comunicazione e coinvolgendo anche Giuseppe Boncompagni che attraverso l'associazione culturale Madonna del Duomo ha organizzato l'evento nel ex chiesa omonima”

E com’è andata? 

“Abbiamo organizzato la giornata in tempi record ed è andata bene. Per una città piccola come Arezzo, abbiamo avuto un’audience elevato con 50/60 persone presenti per tutto il giorno. Dato che ci siamo, fammi ringraziare il Laboratorio d’Informatica Libero, del collettivo della facoltà d’ingegneria di Firenze, di cui sono membro e che ci ha dato una gran mano”

Lì, durante quella giornata, insieme a Matteo Bonicolini, vi è venuta l’idea di creare un hacklab…

“Palrando con Matteo e altri, avevamo preso in considerazione di aprire un LUG, o un hacklab per la città. Semplicemente, per dare il nostro supporto. Perché siamo convinti che il software libero aiuti a diminuire e superare il digital divided da noi, come sta accadendo in tutte le parti del globo”

E adesso sono state gettate le basi, perché l'hacklab diventi realtà: è stato aperto un wiki, dove chiunque può collaborare alla nascita del laboratori informatico, scrivendo lo statuto, pubblicando i primi progetti che potrebbe sviluppare l'hacklab direttamente…ma ora? Quali saranno i prossimi passi?

“Servirà il supporto delle istituzioni. Perché una, o due persone, non possono prendersi tutto il carico di lavoro. C’è da trovare un ambiente, chi ci darà la connettività e i servizi di base. Insomma, c’è bisogno di un aiuto. Un aiuto, ripagato da un centro che sviluppo le idee più disparate, da un punto di vista tecnico, a completa disposizione della città. Un progetto che potrebbe dare anche una certa visibilità ad Arezzo”

Quale sarebbe il punto di forza di un laboratorio del genere?

“In ambito scientifico, la dinamica efficace è la condivisione delle informazioni. E noi ci muoveremmo in questo senso”

Ed ecco che arrivano l’Open Source e la devozione al Free Software…siete tutti uguali voi informatici…

“Per forza…immaginati un software come un’idea. E’ qualcosa d’immateriale, che non esiste. E mi domando, si può imbrigliare un’idea? E possiamo fare lo stesso con il software? No, mi rispondo! Quindi, costruiremmo e faremo progredire il software per la nostra città, come si costruisce e come progredisce un’idea”

Ci sono anche i brevetti volendo…

“È sbagliato il brevetto! Si può brevettare un’idea?”

Chris Anderson ha spiegato che oggi, quando pensiamo al mondo che straborda di miliardi di esseri umani, siamo inclini a collegare questo tema alla sovrappopolazione, alla povertà, alle malattie, all’instabilità e alla distruzione dell’ambiente. Ma - si chiede Anderson - se tutto questo cambiasse? Che cosa succederebbe se l’uomo medio diventasse capace di contribuire con le idee, anziché di consumare solamente? Di aggiungere al piatto, anziché di sottrarre? Siamo in un mondo dove tutti ci troviamo connessi e per questo possiamo rendere il nostro contributo! Questa è un po’ la base della vostra filosofia credo…il ragionamento potrebbe essere declinato all’hacklab aretino…

“Pensa a un laboratorio di studenti e non che lavorano insieme e che producono novità per la loro città! E per seguire questo ragionamento, consiglio, anche a chi è totalmente estraneo al software libero, di postare una domanda sul wiki creato da Matteo Bonicolini. Perché da una domanda nascono sempre tante risposte”

Lo immagino, questo laboratorio! Un laboratorio di sviluppo d’idee sulla nostra città…però non immagino cosa potrebbe accadere in concreto…

“Per farti un esempio terra terra: il Comune di Modena, è passato al software libero e ha risparmiato un milione di euro. Ottimi servizi di gestione documentale e suite da ufficio su misura. Hanno fatto migrare tutta la struttura di rete in un software Open Source. Certo…come per tutte le novità, quando c’è un cambio di contesto, c’è anche un investimento più o meno oneroso da spendere. Ma il cambio tecnologico l’hanno fatto, è partito. E adesso risparmiano un milione di euro”

Un problema che rallenta questo cambiamento…

“L’assuefazione al tipo di programma che viene imposto. L’assuefazione a Windows. Linux ormai possono utilizzarlo tutti, non è più come una volta”

Qualche anno fa, ricordo che era piuttosto complicato usarlo…

“E’ dal 2000 che mi occupo di Linux. All’inizio con tanta fatica. Ma oggi non è come prima. Ha un’interfaccia moderna, una facilità di utilizzo, mio padre che ha 67 anni e fino a 4 anni fa di computer non capiva un bel niente, lo usa…”

E allora perché non attecchisce?

Le motivazioni possono essere molte, ne cito giusto due: la scarsa diffusione nell'ambito pubblico è sicuramente una, l'altra è l'assuefazione dell'utente medio a Windows e alla sua interfaccia che lo rendono restio al cambiamento, ma potrei portarne molte altre. Per esempio nelle scuole superiori, anche quelle ad indirizzo informatico, si usa Windows, senza nemmeno presentare le alternative agli studenti, ma quando poi uno come me, se ne va a studiare ingegneria informatica, conoscere Linux e molto importante

Quindi usare Windows, anche da un punto di vista didattico è persino controproducente…

“Si!”

Progetti futuri? Su cosa stai lavorando?

“Intanto, il 5, il 6 e il 7 vado al Fosdem di Bruxelles, come appassionato innanzitutto, ma anche in qualità di Ambassador del Fedora Project sponsorizzato da RedHat. Poi, mi sto occupando dello sviluppo di applicazioni web per la gestione alcuni processi del Polo Tecnologico dell’Università di Firenze. Insomma…in generale, faccio sia il sistemista che lo sviluppatore

E poi vediamo cosa succedere ad Arezzo…

“Eh…vediamo…!”