Danilo Petri, politico aretino. Di sé scrisse: “E’ dal 1994 che la politica fa parte della mia storia personale. Da allora si sono succedute emozioni d’ogni genere. Grande interesse all’inizio; entusiasmo nei primi anni; piacere nell’acquisire esperienza e conoscenza di un mondo prima sconosciuto; rabbia nell’appurare meschinità e bassezze; amicizie straordinarie, vere, fasulle; felicità per il coronamento di un sogno (1999, con la prima vittoria di Luigi Lucherini alle elezioni comunali); poi alcune delusioni; disagio e ancora gioia e di nuovo sfide e nuove conoscenze”. Continuando a usare parole sue per presentarlo: “Ecco quindi nove anni in Consiglio Provinciale, con una candidatura alla Presidenza; due anni nel Magistrato della Fraternita dei Laici come Rettore e un anno e mezzo come Primo Rettore. Oggi posso dire di conoscere benino la mia città”. (estratti dal libro “Una giornata particolare” di Danilo Petri)
Benino, come ci conosciamo noi due…come la mettiamo con la nostra amicizia?
"Per me in questo momento sei un giornalista! Cosa c’entra il fatto che siamo amici. Questa è proprio una domanda del c…."
Più che una domanda, era una presa di coscienza dovuta a chi legge. Credo che ad Arezzo tanti si facciano intervistare da altrettanti amici, ma credo anche che nessuno lo dichiari mai apertamente. Non che ci sia nulla di male, ma mi sembrava carino farlo! In ogni modo, iniziamo con le domande intelligenti…come la vedi questa benedetta politica?
"Male: è diventata un genere di consumo. Si comprano le offerte più accattivanti, meglio presentate. Impacchettate in fogge suadenti e accompagnate da slogan pubblicitari ed evocativi falsi. La menzogna è premiata purché sia ben confezionata"
Iniziamo leggeri…questa è la diagnosi. E la cura?
"Da molto tempo mi sforzo di dissolvere l’incantesimo che tormenta elettori, politici e intellettuali: la riduzione dello scontro politico agli opposti destra/sinistra"
In altre parole, reputi inutile questa divisione oramai…
"Non è semplicemente inutile, ma dannosa! Dannosa perché così si assiste a una sorta di schizofrenia valoriale e programmatica, che impedisce di definire chi sta da una parte da chi sta dall’altra"
Ad esempio?
Ad esempio la laicità: una posizione laica sui temi eticamente sensibili è di destra, o è di sinistra?
Dovrebbe essere di sinistra…
E Fini? Fini dove lo mettiamo? Ma proseguiamo nel ragionamento: la liberalizzazione e una adeguata privatizzazione delle aziende pubbliche locali?
Dovrebbe essere di destra! Ma?
"Ma Bersani? La Lanzillotta? Loro cosa dicono a riguardo? Per essere brevi, non c’è nulla, oggi, che possa essere definibile di destra o di sinistra. Persino quei richiami valoriali, retorici, vetusti, tipo “l’orgoglio di essere italiani”, “l’amore per l’Italia” che nell’immaginario collettivo, sono ‘emozioni’ di destra … mi chiedo il perché non possano essere anche di sinistra. Oppure, l’operaismo, che al contrario crediamo sia di sinistra, quando intanto gli operai del nord votano la Lega"
E questo non superamento dell’asse destra/sinistra, secondo te, è il punto nevralgico, il nervo scoperto…
"E’ uno dei motivi che ingessano la nostra democrazia. Il fatto più grave è che la democrazia in Italia è sospesa: sospesa, perché la gente non vota con cognizione di causa, si fa rappresentare soltanto nei propri istinti più profondi. Democrazia sospesa, anche dal punto di vista delle regole, perché finché ci sarà questa legge elettorale…"
La democrazia, probabilmente, è sospesa per tanti altri motivi…
"Si, la democrazia è sospesa da un punto di vista formale, da un punto di vista istituzionale, la democrazia è sospesa perché ha dentro di se, oggi come oggi, alcuni veri paradossi, per esempio, siamo in una repubblica parlamentare e in un anno il parlamento ha fatto poco più o poco meno di 15 leggi, in gran parte proposte dal governo. Non so quanti voti di fiducia siano stati espressi, ed è un fatto che la divisione dei poteri di montesquiana memoria, in Italia, non sussista. I poteri si confondono. E in più c’è la ciliegina sulla torta: un rapporto conflittuale fra il potere “esecutivo-legislativo” e l’ordine giudiziario"
E dopo tutti questi ragionamenti, tu entri in Futuro e Libertà! Perché?
"Perché propone buone idee liberali, laiche e futuriste"
E i rapporti coi cattolini Casini e Rutelli?
"È soltanto una tattica sul presente, plausibile"
Una tattica plausibile che però ricalca gli errori che tanto andrebbero evitati, stando al tuo discorso! Dove la mettiamo la schizofrenia delle idee? Dove mettiamo la cura che avevi prescritto?
"E’ vero, questa alleanza non cambia nulla e rischia di mettere in discussione l’unico grande risultato arrivato con la discesa in campo di Berlusconi, il bipolarismo. Ma ricordati che l’aspetto tattico, in politica, è cosa accettabile"
E va bene, però scusami, ma non seguo più il tuo ragionamento! Ricominciamo, perché sei entrato in FLI?
"Fini poneva la questione di un rinnovamento della linea di governo cercando di bilanciare il populismo di Berlusconi e le retrive idee leghiste con una sorta di empirismo liberale. La sua proposta a Bastia Umbra conteneva, però, anche una, da me non condivisa, utopia: costruire un centrodestra alternativo al PDL. Io ho aderito alla speranza futurista, laica e liberale. La proposta di FLI e di Fini non è in grado di intercettare la società degli italiani, con le sue barbarie, i suoi anacronismi, le sue paure, la sua ignoranza e creduloneria"
E fin qui siamo tutti d’accordo…
"Fini, perciò, non può costruire un partito di massa, con le basi programmatiche che ha presentato, non è in grado di rappresentare quell’enorme blocco sociale che, invece, è perfettamente rappresentato da Berlusconi e dal suo populismo. Però può servire molto al paese se tiene fermi i principi su cui si è presentato a Bastia Umbra"
Quali principi?
"Guarda caso quel superamento della obsoleta convenzione destra e sinistra! Pensando a un futuro italiano, in cui ci siano da una parte i democratici e dall’altra i popolari"
Quindi, per semplificare, i democratici sarebbero uomini e donne più di ‘testa’, mentre i popolari più di ‘pancia’…
"E’ una sciocchezza semplificatoria. Si continua a fare delle etichette, invece la cosa è più complessa, non si può ridurre così il discorso!"
Va bene, allora pensiamo al futuro italiano…a Fini che gli faresti fare?
"Qui siamo nella fantapolitica: io sogno un’Italia nella quale Fini riesca, grazie al suo carisma politico, a portare il grande contributo delle idee liberali, in qualsiasi schieramento che si opponga a Berlusconi e che escluda Di Pietro e Vendola. Il primo perché è un fanatico giustizialista e un paralessico fascista. E l’altro, perché parla a se stesso, perché è ancora, fin troppo, legato agli stereotipi post comunisti"
Una domanda difficile, ma essere liberali oggi, che significa?
"Persino Berlusconi è capace di aggiornare un testo classico del liberalismo e proporlo come ricetta. Illustrare i canoni del pensiero liberale è cosa che hanno fatto in molti, ma la “rivoluzione” non è avvenuta: diciamo che essere liberali significa agire da liberali, pensare da liberali, significa tutto, tranne che parlare da liberali"
E’ più un modo di essere, che un’idea?
"Esattamente!"
Comunque, Fini ha perso la prima battaglia…
"Fini ha perso la prova di forza, ma può vincere la prova di cervello…"
E cioè?
"Per esempio, se si andasse ad elezioni potrebbe, insieme a Casini, trovare il modo di allearsi col PD. La piattaforma Bersani-D’Alema, che escludesse senza ripensamenti i fanatici di cui sopra, è la migliore proposta attuale"
Secondo me, la prova di cervello dovrebbe più che altro essere una ricaduta a livello locale dei motivi per cui si è scisso dal PDL! Formare una classe dirigente sul territorio! Sei sicuro che sia all’altezza di questo compito la dirigenza del FLI aretino?
"Questa tua domanda la sposo come un’affermazione, perché la condivido. A livello locale FLI rischia di non raggiungere il quorum per eleggere un consigliere comunale (però, intelligentemente, si parla di lista unica con UDC ed altri), a meno che non riesca a dare un’impostazione civica alla sua proposta politica. A meno che non sia capace, il FLI, di mettere nel mercato delle offerte politiche cittadine, un progetto di città, una classe dirigente e delle risposte adeguate ai bisogni emergenti della città"
A me non pare che dal neonato partito venga fuori nulla di tutto questo…
"Neanche a me. Io sono un aderente di Generazione Italia, ho aderito al Manifesto per l’Italia, attendo il congresso e poi si vedrà. Se le cose non vanno come auspico, in linea con quello che ti ho detto finora, potrei anche persino chiedere l’iscrizione al Partito Democratico. Io non credo più agli stereotipi, ma alle idee concrete"
Infatti, dopo questa conversazione, mi stavo chiedendo se ti piacesse o meno il PD?
"Non si tratta di un problema estetico e la mia è soltanto una provocazione. Una provocazione che mi serve per dire che a livello cittadino posso affiancare o sostenere chiunque mi dia un barlume di speranza"
Barlume, che non ho ancora capito se vedi o meno in FLI…
"Nel FLI locale ci sono persone piene di entusiasmo e buona volontà ma i leader provvisori sono partiti con il piede sbagliato. Se potessi fare emergere le mie idee e i miei progetti….chi lo sa?"
Intanto, appena hai provato a dire la tua, con una nota su InformArezzo sulla questione ‘Quartiere Lebole’ ti hanno dato addosso proprio i tuoi…
"Si sono comportati male. Loro hanno giocato di sponda e io ho tirato una bocciata. Però, io, ho fatto filotto, mentre loro non hanno preso palla. Comunque non è proprio il caso di farne una questione personalistica. Di sicuro difendere supinamente la proposta presentata da Fanfani e dall’Ascom è stato un errore da parte loro. In ogni modo voglio sperare che dal confronto interno riesca ad emergere una posizione favorevole per la città e non credo che nessuno voglia cacciarmi prima che io stesso rinunci"
Parlando ancora della nostra città…sono quindici anni che bazzichi gli ambienti politici: chi è l’uomo della speranza?
"Vorrei premettere che esistono persone che servono alla società e altre che non servono a niente. Ci sono persone che sono utili solo a se stesse, e altre che servono gli altri. E non per questo gli uni sono migliori degli altri. Detto ciò, l’unica persona di categoria è Maurizio Bianconi, fatto salvo che non è capace di adoperarsi per il bene collettivo, perché gli preme solo se stesso e ama poter dire “Io l’avevo detto”. Per riprendere il nostro discorso di prima, non è certo un liberale. È abile, arguto, ma non serve"
Proseguiamo… il nuovo che avanza? La Sestini?
"Il nuovo che avanza, ad Arezzo, non si vede. La Grazia Sestini è brava e sa fare politica però ancora non sappiamo cosa pensi della città e per la città. Vedremo"
Il tuo amico e pupillo Francesco Macrì?
"E’ in gamba…però ha tutti i vizi della politica"
Mi piace questo gioco: Fanfani?
"Giuseppe Fanfani, una delusione. Mi aspettavo che potesse fare di più e invece sembra che abbia tirato a campare per mantenere consenso, per poter fare il secondo mandato"
I due assessori più noti, chiamiamoli i vip, di questa giunta? Brezzi e De Robertis?
"Brezzi è un radical chic, con poca volontà e poco coraggio. Intelligente, simpatico, ma non serve"
De Robertis?
"No comment!"
Il gruppo dei giovani all’interno del PD? In molti li vedono come un buon gruppo dirigente futuro…
"Sono ragazzi in gamba, ma non hanno slancio"
Andando più sul generico: l’impresa?
"L’impresa manca di adeguati manager, abbiamo un deficit di classe dirigente che denuncio da anni"
Le associazioni di categoria?
"Sono sempre sulla soglia dell’autoreferenzialità. Alternano cose buone a posizioni corporative"
I giornalisti?
"Molti giornalisti aretini sanno scrivere, ma non dicono"
Che problemi ha la nostra città?
"I problemi concreti li conoscono in molti, io ne indico uno particolare:l’ignoranza. Siamo oltre il 90esimo posto per lettura di libri. Si applaude tutto, non esiste capacità critica, ci si accontenta delle brioche. Questo è il problema più grave, l’ignoranza, un problema che si riflette anche sull’economia, sull’industria e sul commercio. L’unico antidoto è investire sulla cultura"
Che non è sicuramente un punto di forza di Arezzo…
"Bisognerebbe comprendere che i soldi pubblici sulla cultura non producono spreco, ma sono un investimento per il futuro"
Anche qui hai dato la diagnosi, ma la cura? Su quali punti di forza credere e investire?
"Arezzo è una città declinante, individuare i punti di forza è difficile. Nell’industria ci sono degli esempi buoni, ma la principale, quella orafa, ha bisogno di un soprassalto. E’ difficile trovare un punto di forza: uno potrebbe essere la laboriosità degli aretini. Il loro solidarismo, il volontariato. Purtroppo non abbiamo veri punti di forza, che però potremmo inventarci. Così come bisogna inventarsi un’identità. Noi non sappiamo chi siamo e non immaginiamo neanche chi vogliamo diventare"
Io ancora non ho capito con chi stai…
"La politica è fatta di tanti aspetti, c’è quella dei politicanti e poi c’è tutto il resto, c’è la società, i corpi intermedi, le associazioni, i giovani… e io sto coi giovani"
Lo dicono tutti, non sei originale…
"Sta di fatto che i giovani aretini sono l’unica speranza che abbiamo. A patto che non rivendichino la gioventù, ma usino la propria energia. Mi fanno ridere i Rottamatori e la loro ideologia dell’anagrafe. La gioventù non basta, bisogna agire la gioventù"
‘Agire la gioventù’ cosa significa?
"Usare la propria energia, la propria creatività, persino l’incoscienza, il coraggio, l’entusiasmo, altrimenti i giovani rischiano di sembrare vecchi"
Se tu facessi l’assessore, che delega vorresti avere? La cultura immagino?
No no, vorrei la delega al dissolvimento dell’ovvio