martedì 15 febbraio 2011

L'Orlandino, Palagonia, la mafia in città e la stampa che tace: cronaca di una giornata particolare!

“…L’umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz'uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà... Pochissimi gli uomini; i mezz'uomini pochi, ché mi contenterei l'umanità si fermasse ai mezz'uomini... E invece no, scende ancora più in giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi... E ancora di più: i pigliainculo, che vanno diventando un esercito... E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, ché la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre...”


Una notte di alcuni fa, a passeggio per la nostra città deserta, un giornalista aretino mi citò a memoria questa frase di Sciascia, presa a prestito dal suo libro più famoso "Il Giorno della Civetta": “Vedi Marco - aggiunse poi - un giornalista bisogna che sia un uomo, al massimo un mezz’uomo…dall’ominicchio in giù è bene che cambi mestiere” 


(Sotto l'intervista di Gianni Palagonia a Costanza Mangini del Settimanale della Toscana! Un'altra intervista caduta nel vuoto).



Questa mattina la prima cosa che ho fatto, com’era ovvio che fosse dopo l’intervista a Gianni Palagonia di ieri, è stata andare a comprare i giornali aretini per vedere quali fossero le reazioni. Anche se Palagonia stesso mi aveva avvisato, mi aveva annunciato che quando si parla di certe cose, il muro di gomma è assicurato! Ma sono comunque partito di casa anche con un certo entusiasmo. Ieri, per dovere di cronaca, avevo mandato via posta elettronica l’intervista a tantissimi giornalisti della città e alle relative redazioni (credo, pressoché a tutti…anche se non posso metterci la mano sul fuoco. Ricordo ai lettori che pubblico in licenza creative commons, chiunque può utilizzare quello che scrivo, a patto che citi la fonte).

L’unico che ne parla in un articolo di taglio basso (a pagina 6) è il Nuovo Corriere Aretino. Grazie alla redazione e al giornalista Paolo Goretti. Negli altri, niente di niente. Neanche un cenno, una breve, neanche un colonnino a pagina 20. Non tanto dell'intervista, quanto del tema in sé: "La mafia ad Arezzo". C’è solamente un’altra testata, stavolta on-line, che ha pubblicato il pezzo e lo ha fatto per intero, InformArezzo! Quindi grazie anche a Paolo Casalini. Orgoglioso della tua fiducia! 

L'articolo di Paolo Goretti sul Nuovo Corriere Aretino

E i partiti? E gli uomini politici della città? L’unico gruppo che abbia detto qualcosa è l’Italia dei Valori, anzi, il gruppo giovanile dell’Italia dei Valori che ieri ha inviato un comunicato stampa a tutte le redazioni (che potete trovare fra i commenti all’intervista di Palagonia)! Un comunicato – e non c’è neanche il bisogno di specificarlo – che non si vede nei giornali! Tutti gli altri? Cos’è che fanno? Ma la speranza è l'ultima a morire, vediamo se oggi qualcuno dice qualcosa!

Perché non si è nemmeno alzata una voce, una soltanto, che ponesse l’accento su – che so – “Un’intervista sconsiderata”, “Le bugie de l’Orlandino”, o disquisisse sulle “Parole non inerenti alla realtà di Palagonia
”...insomma, cose del genere! Perché non c’è stata nemmeno la critica? Sarebbe stato meglio, sarebbe nato un dibattito. Se ne sarebbe parlato! Ma nulla: silenzio! 

Gianni Palagonia ha addirittura intitolato un libro, con la parola 'silenzio'. Parola eloquente, di un'azione ben specifica! Stare zitti, non significa non dire niente! Elias Canetti, diceva: “Alcuni raggiungono la loro massima cattiveria nel silenzio”! Alda merini, invece, giustificava: “chi muore in silenzio, si vendica delle curiosità altrui”. Un parere spassionato: chi è stato zitto, oggi, non prenda alla lettera le parole della Merini, perché non è il loro caso quello di suscitare curiosità. I Simon and Garfunkel, in un pezzo leggendario, chiamato per l’appunto Sound of Silence, cantavano: “Silence like a cancer grows”…tradotto in soldoni…e tu non sai che il silenzio cresce come un cancro…!. La Mandelstam, scrittrice russa vissuta sotto il regime comunista (e che di silenzio, dunque, se ne intendeva), lo considerava: “Il vero crimine verso l’umanità!”. Va bé, vorrà dire che chi doveva parlare, e oggi non l’ha fatto, avrà pensato più che altro alle parole di Lisa Simpson, per giustificarsi: “Come diceva Abraham Lincoln, è meglio rimanere in silenzio ed essere considerati imbecilli, che aprire bocca e togliere ogni dubbio!” 

Una scelta plausibile…o presumibilmente…possibile!

Pensavo di no!