mercoledì 23 febbraio 2011

David (The Cyclops) Rossi: "Dovremmo creare una scena musicale aretina...ma collaborare fra band non è sempre semplice"

Rubrica a cura di Nicchi Diego a.k.a. Il Diego


Un caro saluto a tutti quelli che stanno leggendo, forse un pò per noia e forse perchè davvero sono interessati, questa prima intervista di "Band Alle Ciance", quattro chiacchere in padella con artisti locali, emergenti, navigati e non. I primi ospiti con cui ho avuto il piacere di scambiare quattro chiacchere sono i The Cyclops, nota band di Ponticino che ok, non è New York ma ci stiamo lavorando. Rock'n'rolla!



Ciao David!

«Ciao a te e un saluto a tutti i lettori de L'Orladino»



Dove hai messo il resto dei ciclopi?

«Il resto dei The Cyclops sono sparsi da qualche parte, ognuno perso nei suoi impegni giornalieri tra lavoro, studio, costruire muri, tagliare capelli e altre svariate attività mentre io sono qui negli uffici di Piazza Grande»

Quindi tutto ok se rispondi tu a nome di tutto il gruppo? E' una bella responsabilità...

«Mi dispiace per te perchè hai scelto il peggiore, non è stata una mossa azzeccata la tua però cercherò di riassumere anche il pensiero degli altri componenti come meglio posso»

Dai allora, bando alle ciance! In che anno siete nati artisticamente?

«Dunque...teoricamente io iniziato a suonare la chitarra nel 2004 insieme a Luca, l'altro chitarrista, roba d'altri tempi. La band si è stabilizzata con l'ingresso di Ludovico al basso e Lorenzo alla batteria, visto che in principio il ruolo di batterista era ricoperto da un altro ragazzo. Proprio questo ultimo cambio di formazione ha dato una bella mano di vernice al nostro sound»

State già pensando all'aggiunta di qualche nuovo componente?

«Ora come ora preferiamo mantenere la formula due chitarre, un basso e una batteria, per il futuro chissà, magari una bella orchestra di violini da sbatterci dentro la troviamo! Non sappiamo come ci possa stare ma tentar non nuoce»

L'orchestra di violini funziona sempre, ve la consiglio. Quanti album avete all'attivo e in che modo prendono vita i vostri brani?
I The Cyclops al completo (il secondo da sinistra, è David)


«Abbiamo all'attivo un demo/ep, «MECHANICAL DISEASE» (2009), un disco registrato al volo quando eravamo ancora «vergini» dal punto di vista di sala d'incisione. Le canzoni contenute al suo interno sono quelle che all'epoca ci rispecchiavano maggiormente, naturalmente il suono era ancora acerbo ma in fin dei conti è una bella fotografia di quello che volevamo trasmettere e non disprezziamo affatto questo prima lavoro»

Certamente. E dimmi, c'è una band (italiana o straniera) a cui vi state ispirando oppure una corrente musicale che vi sta trascinando?

«Siamo tutti e quattro persone che ascoltano cose abbastanza diverse e il risultato della nostra musica viene da questo, ad ognuno di noi piace metterci del suo al momento della composizione; un pò come se il nostro nord, il nostro sud, il nostro ovest, il nostro est, tutte le nostre direzioni sonore confluiscono verso una centralità che è poi il nostro suono»

L'esperienza Italia Wave. Cosa mi dici?

«Italia Wave per il momento è stato sicuramente un apice ma non abbiamo certo intensione di fermarci a quello, non ci piace vederlo come un arrivo ma come una bellissima partenza. Di altre esperienze live ce ne sono, alcune migliori e alcune peggiori, non posso stare ad elencarle tutte ma sicuramente alcuni concerti come «band spalla» al Karemaski sono stati esaltanti, come ad esempio quello con Dente per le finali di Italia Wave o quello con i Damien, una band davvero potente. Tra le varie esperienze quella che ci portiamo nel cuore con più affetto è la nostra partecipazione al Festival della Musica di Chianciano con i «panini», nomignolo con cui affettuosamente chiamiamo i Pan Del Diavolo, e gli Easy Star All-Star!»

Live a parte, vi sentite una band attiva o passiva all'interno della scena culturale aretina?

«Noi ci siamo sempre impegnati per far si che ad Arezzo si creasse una scena viva, infuocata, fatta di gente che collabora e che spinga il pubblico a partecipare. La cosa è difficile visto che ogni tanto la risposta della gente lascia un pò a desiderare però ci si mette tutta per dare una bella scrollata generale»

Visto che hai citato il Karemaski, un gran locale di musica live che il 30 Aprile chiuderà i battenti, permettimi una domanda banale ma fondamentale: cosa manca, musicalmente parlando, a questa ridente città?

«Mancano i posti dove ci si possa incontrare per fare o ascoltare della musica del vivo! Uno di questi posti è il Karemaski, l'unico live club che in questi anni ha portato ad Arezzo tanti nomi importanti della scena indipendente e che ha dato nello stesso tempo la possibilità a molte band locali di esprimersi sopra il suo palco. La lacuna si avvertirà in maniera abbastanza pesa ma se manca il supporto di chi può fare qualcosa dall'alto e nello stesso tempo di chi può dare una mano dal basso è chiaro che poi la scena vada a morire. Penso che anche per altre band di Arezzo questa sia una cosa negativa»

Altre band che, non per fare di tutta l'erba un fascio, certe volte supportano poco, non credi?

«Si e sono molto dispiaciuto che questo accada visto che dovrebbe essere nell'interesse di tutti noi, di chi fa musica per lavoro o per semplice passione, che quest'ultima venga promossa e fatta conoscere come si deve. In altre città questo accade, le band si impegnano a creare una scena, sono in prima linea mentre qui sembra che si faccia tanta fatica anche solo per collaborare tra di noi certe volte. Questo è triste»

In fin dei conti la musica è cultura, la musica deve unire, sembra però che questo concetto non sia entrato nella testa di tutti... 

«Hai detto bene: la musica è arte, la musica è cultura! Chi sta nei cosidetti «palazzi del potere», chi ha delle responsabilità sembra non voler accettare questa cosa. Per colpa delle tasse alte ci ritroviamo a pagare un cd il doppio di un libro e naturalmente poi la musica non vende e non viene incentivata»

Grazie per l'ottima risposta. Chiusa questa parentesi, quali saranno i vostri prossimi passi?

«Siamo in sala prove per preparare qualcosa di nuovo, qualcosa di più maturo. Ancora non sappiamo bene come sarà ma di sicuro qualcosa sarà e noi ci stiamo mettendo tutto noi stessi.»

Mi sembra più che giusto. Hai contatti e/o precisazioni da dare?

«Yes! Oltre all'immancabile pagina Facebook potete ascoltare la nostra musica al nostro indirizzo MySpace...che dire per il resto ... noi ci definiamo una band indie/punk/garage/brit (e perchè no anche christian metal) ma è chiaro che non ci fa impazzire sentirci chiusi necessariamente dentro qualche schema, la cosa che ci interessa è suonare!»

Detto questo: piove o c'è il sole?

«Un uragano»

Staremo a vedere, grazie mille e buona musica!

«Grazie mille a te carissimo!»